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Parole della domenica: un patrimonio di 7000 alberi da controllare dopo due tragedie sfiorate

Parole della domenica: un patrimonio di 7000 alberi da controllare dopo due tragedie sfiorate

Sono ben 7000 gli alberi di competenza comunale nella nostra città e almeno 700 sono pini. Non è certo facile tenere monitorato tutto questo prezioso patrimonio verde, alla luce di due tragedie sfiorate per la caduta di grossi pini, l’altra settimana sul viale Adua e due giorni fa nel parco delle terme Salute accanto all’allestimento della “Casa di Babbo Natale”. Si tratta di due tragedie sfiorate, in considerazione che ci sono stati globalmente nove feriti e per fortuna nessuno grave.
Esistono strade che, alla luce dei fatti, appaiono più a rischio di altre (viale Adua, viale Bustichini, via Sardegna, alcune aree del parco ecc.). Il sindaco Baroncini ha affermato che viene effettuato un controllo continuo degli alberi, ma situazioni meteo come quelle di questi giorni possono far peggiorare improvvisamente la stabilità di alberi come i pini. I nostri sono molto belli ed enormi, ma ormai molti hanno quasi un secolo di vita. Prudenza vorrebbe che venissero sostituiti con altre piante che abbiano caratteristiche diverse e siano meglio ancorati al suolo, in modo da affrontare con forza tempeste e venti come nei casi più recenti.
“Un primo stock di alberi – ha spiegato il vicesindaco Alessandro Sartoni – con elevata propensione al cedimento, è stato abbattuto due mesi fa. Da primavera a oggi, in accordo con Euroambiente, sono stati rimossi tredici pini in viale Bustichini e cinque in viale Marconi, proprio per una impostazione di prudente cautela di fronte alle evidenze agronomiche”.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
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(a cura di Mauro Lubrani)

Cura del verde: gli esempi più recenti

Il nostro splendido parco termale oggi di proprietà del Comune

Abbiamo un esempio: nella prima legislatura Severi venne incaricata una ditta specializzata affinché facesse un monitoraggio sul patrimonio arboreo della città. Dallo studio emerse che il 30% del suddetto patrimonio (si parla di 20 anni fa, quindi la situazione è sicuramente peggiorata) era gravemente compromesso. Mi ricordo che le situazioni più gravi risultavano i pini in piazza Italia (stazione grande), la maggior parte dei lecci di viale Verdi, e molti pini in pineta, sul viale Bustichini, viale Marconi e Via Sardegna. Molte piante risultavano compromesse anche nel parco della Torretta.
Si affrontò la situazione più pericolosa (allora) che era piazza Italia ed i pini esistenti vennero abbattuti tutti e sostituiti con pini di una specie “meno pericolosa”, che oggi sono belli dritti e cresciuti, a chioma tonda e non a ombrello. All’abbattimento dei pini venne giù il mondo, critiche su critiche, ma oggi ci sono le piante che hanno sostituito quelle pericolanti, belle cresciute e solide.
Per quanto riguarda il viale Verdi non è stato fatto nulla da allora, i lecci sono (molti) avvolti dall’edera (che per una pianta vuol dire morte certa), malati, cavi, destinati a crollare. Bellandi fece fare un monitoraggio sulla pineta ed anche lì furono abbattuti diversi pini pericolanti ma, mi pare, mai sostituiti, semplicemente abbattuti.
Il parco della Torretta ormai è una giungla per non parlare del parco delle Panteraie (anche lì pini) ormai diventato un bosco selvaggio dove ogni tanto si sente il rumore di un pino che collassa a terra (abito lì sotto). Se poi a potare le piante dei viali (tigli, platani, ecc.) si chiamano Cooperative incompetenti che combinano solo disastri (vedi le potature di quest’anno) il gioco è fatto. Quindi, e chiudo, le colpe non sono di questa giunta, ma di chi ha governato negli ultimi 50 anni. Forse, per il prossimo governo della città, al primo posto del programma elettorale andrebbe messo proprio l’arredo urbano in tutte le sue componenti
M. Moschini – post su Facebook del 10 novembre 2023

Il messaggio di Pace di Rondine

Liliana Segre (qui intervistata da Fabio Fazio) è stata ospite di Rondine tre anni fa

Liliana Segre, che nel 2020 – in occasione della sua ultima testimonianza pubblica– aveva lasciato ai giovani di Rondine, nei quali ha riconosciuto la volontà di rinunciare all’odio, l’unica speranza per un futuro di pace, di fronte all’attualità che in questi giorni ci sovrasta, intervistata da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, si è chiesta: «Cos’è? Un’utopia, un sogno, una cosa immaginabile, quando ti capita di essere viva e di vedere e sentire cosa sta succedendo in quel mondo che auspichi, speri, che non ci sia l’incitamento all’odio. Allora è tutto inutile? Quelle utopie che si sono tentate negli anni, come la Cittadella della Pace di Rondine, dove convivono, magari nella stessa stanza, palestinesi e israeliani… allora è tutto inutile?», ha sottolineato la senatrice. No, non è tutto inutile, non può esserlo come traspare dalle stesse parole della senatrice e come dimostra il coraggio dei giovani della Cittadella della Pace che da oltre venticinque anni, si mettono in gioco per andare oltre l’idea del ‘nemico’ e riscoprire la persona dietro la bandiera, provando a trasformare il dolore insieme e costruire relazioni che possano generare un futuro di pace.

Nonna Italia 

Sei milioni di italiani vivono fuori dal nostro Paese: è questa la fotografia di un altro popolo, quello dei nostri connazionali pronti a fare la valigia e a partire. Lo sostiene l’ultimo rapporto Migrantes, presentato a Roma, secondo cui sono soprattutto i Neet e le donne ad aver preso la via dell’estero, anche a seguito delle poche opportunità concesse dal sistema Italia.
Il Paese che cambia, intanto, dipende sempre di più dalla generazione over 60. Secondo il Cisf, infatti, il ruolo dei nonni è più importante nella gestione familiare di qualsiasi bonus deciso dai governi. Asili nido e welfare familiare vengono considerati ancora marginali dai nuclei familiari, che invece chiedono di poter contare su salari più alti e maggiori opportunità occupazionali, per sé e per i propri figli.
Avvenire, 9 novembre 2023

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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