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Parole della domenica, salviamo il marchio “Terme di Montecatini”

Parole della domenica, salviamo il marchio “Terme di Montecatini”

Le Terme di Montecatini si scrollano di dosso ii rischio del fallimento, dopo che il tribunale di Pistoia ha dato il via libera alla proposta di concordato, evitando così l’apertura di una procedura di liquidazione giudiziale.
L’istanza di fallimento era stata presentata circa un anno fa, ad agosto, da un pool di banche creditrici e dal collegio dei revisori per un debito che in totale ammonta a 47 milioni. Come previsto dal piano di concordato, che ha anche l’obiettivo di non interrompere la continuità aziendale, nell’arco di tre anni saranno venduti tutti i beni mobili e immobili della società per saldare i debiti.
Nella vendita è compreso anche il marchio “Terme di Montecatini”. Chi lo acquisterà potrà sfruttarlo per commercializzare acque, prodotti di bellezza ed altro.
Sembra una perdita di poco conto, invece la città dovrebbe difendere quel marchio con tutte le forze e puntare al suo acquisto. Proviamo a ripartire dal nome, che non è solo un nome ma è l’identità della nostra città.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
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(a cura di Mauro Lubrani)

Gli eventi degli altri e i nostri dove sono?

In provincia di Forlì Cesena c’è un ameno paese a nome Sarsina; e fin qui niente di speciale; conta poco più di 3000 abitanti, quindi può classificarsi un “piccolo borgo”, ancora nessun risalto; ma poi si va a leggere sul sito e si vede che questo laborioso paese è stato la patria di Plauto, il celebre commediografo latino autore de “Le Nuvole”. E che ogni estate “sfrutta” questa coincidenza fortunata con un Festival Plautino nel corso del quale si rappresentano commedie e spettacoli in genere, tutti (guardatevi il programma) di buon livello, qualcuno ottimo. E a noi che ce ne cale?, chioseranno gli attenti lettori della nostra bella valle nel cuore della Toscana felix? Ce ne cale che noi ci sogniamo nottetempo di inventarci (come hanno fatto a Sarsina) una manifestazione culturale come quella, articolata, studiata, programmata, messa in opera e duratura nel tempo. A noi che ce ne cale se Verdi ha frequentato i nostri Bagni per vent’anni? Se attori, registi, musicisti si sono curati alle nostre fonti e passeggiato per i nostri viali per cento e passa anni? Una giornata basta a Monsummano per ideare un evento su David Bowie, Buggiano ogni anno assegna un premio Boris Christoff esaltando giustamente un artista che lì ha vissuto per alcuni anni, e i Bagni che fanno? Qualcuno mi può spedire il programma eventi di questa estate? Sono curioso e anche fiducioso…
Roberto Pinochi (scrittore e storico) – post su Facebook del 14 luglio 2023

Un insegnante davvero speciale

Mario Calabresi (giornalista-scrittore)

Cosa rende una o un #insegnante una persona speciale, memorabile, un riferimento che resta con noi per tutta la vita? Me lo sono chiesto dopo il successo del #podcast e della #newsletter sul professor Enzo Novara, salutato con una lunga ovazione di tutti gli studenti del suo liceo dopo l’ultima lezione prima della pensione. La risposta non credo che sia quella più ovvia e lineare: aver insegnato bene, con scrupolo e con dedizione. Penso che la differenza la faccia una cosa sola: mettersi in gioco.
Ognuno di noi lascia una traccia nella vita degli altri quando fa qualcosa di più di ciò che è atteso o dovuto, quando corre il rischio di aprirsi, quando regala qualcosa. Quando si sente che la passione è vera, tanto da colorare momenti della vita che altrimenti sarebbero ordinari.
I commenti di chi ha interagito sui miei canali social raccontano di una maestra o di un maestro che sono rimasti nella memoria perché avevano qualcosa che scartava dall’ordinarietà.
Nel mio #libro “Una volta sola” racconto di Eugenio Riccomini, che insegnava Storia dell’Arte all’Università Statale di Milano e che, inconsapevolmente, mi ha insegnato non tanto la storia della pittura ma l’arte del racconto.
Le sue lezioni occupavano la più grande delle aule dell’Università. Riccomini era una vera e propria star, aveva sempre il farfallino, un leggero accento emiliano e una capacità affabulatoria incredibile. Durante le sue lezioni ci portò nell’Olanda del Seicento, nella pittura borghese di #Rembrandt, #Vermeer, Frans Hals, Peter de Hock, #FransPost. Ce li raccontò con una tale passione, in un modo così coinvolgente e vivo che io non ne ho dimenticato nessuno, come fossero davvero stati miei compagni di corso. Così quando li vedo da lontano, entrando in una sala di #museo, li riconosco al volo e mi emoziono.
Quel corso ha cambiato il mio modo di vedere il mondo e l’arte.
Oggi il professor Riccomini ha 87 anni e vive a Bologna. Lo scorso anno, dopo una visita al Louvre, mi sono procurato il suo numero di cellulare e dopo trent’anni l’ho chiamato per dirgli grazie. Grazie perché ha lasciato un segno indelebile.
📬 La storia completa è stata inviata ieri agli iscritti alla mia newsletter #altrestorie. Ci si iscrive gratuitamente con un clic su mariocalabresi.com/newsletter.
🎧 Per chi invece si fosse perso l’ultima puntata del mio podcast con la storia e la voce del prof. Enzo Novara, potete ascoltarla qui: https://open.spotify.com/episode/3YorAfSWQa4T0Cfp6JpuxD…
Mario Calabresi – Altre Storie, post su Facebook del 14 luglio 2023

Le scuole elementari diventano un problema

Non soltanto l’ascensore sociale della scuola italiana è bloccato da vent’anni, ma sarà un problema anche farlo ripartire. Prendiamo, per esempio, i dati del Rapporto Invalsi 2023 presentato ieri mattina alla Camera: i divari territoriali tra scuole del Nord e del Sud Italia cominciano già a manifestarsi in seconda elementare. Per poi aggravarsi ulteriormente con il passare degli anni e dei gradi scolastici. Neanche la primaria, finora considerata il fiore all’occhiello del sistema di istruzione nazionale, si salva dal generale tracollo degli apprendimenti evidenziato dall’analisi dei dati (a volte davvero impietosi) diffusi dall’Istituto presieduto da Roberto Ricci.
Nonostante sia stata dichiarata la «fine» dell’emergenza Covid, la scuola italiana risente ancora dei pesanti effetti della pandemia. E i primi a farne le spese sono proprio i più piccoli: gli scolari delle elementari. Sia in seconda che in quinta, il Rapporto Invalsi parla di «risultati medi significativamente più bassi rispetto alle rilevazioni precedenti». In pratica, il 45% degli allievi non raggiunge il livello base. E questo vale tanto per l’Italiano (dove si passa dai 204,5 punti del 2021 in quinta primaria ai 195,8 di quest’anno), quanto per la Matematica (dai 200 punti del 2019 ai 190,2 del 2023). Nell’area Sud e Isole, poi, gli allievi con risultati bassi in Matematica passano dal 45% al 47%, andando così ad aggravare ulteriormente il distacco dalle restanti aree del Paese. «La scuola primaria nel Mezzogiorno – si legge nel Rapporto Invalsi – fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolasticisuccessivi».
Paolo Ferrario – Avvenire, 13 luglio 2023

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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