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Parole della domenica, Montecatini in movimento ma in quale direzione?

Parole della domenica, Montecatini in movimento ma in quale direzione?

“Montecatini… in movimento” tra le polemiche. L’ultimo progetto studiato dal Comune per promuovere la città ha suscitato tante discussioni non solo per la vicenda del bagno di un gruppo i giovani nella vasca Tofanari o per il costo dell’iniziativa effettuata con un famoso fotografo.
Il problema vero sollevato da diverse persone è legato alla strategia che si vuole avere per promuovere Montecatini dal punto di vista dell’immagine. Un progetto promozionale dovrebbe essere seguente a un’idea di città, che, al momento, sembra non esserci. Montecatini è… in movimento, ma forse non si conosce bene la direzione e soprattutto la destinazione.
Un tempo la vita economica di Montecatini era legata alle sue Terme e tutto gli girava intorno. Un amico albergatore era solito dire: “Finché non seccheranno i rubinetti delle acque termali, Montecatini non avrà problemi”. Le acque ci sono ancora, anche se in numero inferiore rispetto a un tempo, ma la città invece ha problemi grossi. Il suo turismo non può essere legato esclusivamente (o quasi) a quello dei gruppi, alle rimanenze di Firenze e poco altro ancora.
Le Terme patrimonio Unesco dovranno tornare al centro di un progetto di rilancio e la strada da fare è ancora lunga. Senza dimenticare che sulla loro testa esiste sempre un concordato approvato dal tribunale…

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
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(a cura di Mauro Lubrani)

Addio al padre di Bobo

Sergio Staino si è spento a Firenze ma era cresciuto a Piancastagnaio, in provincia di Siena e, prima di dedicarsi al fumetto, si era laureato in architettura. La sua storia professionale è legata principalmente a “L’Unità”, ma aveva collaborato anche con “Il Messaggero”. 
Nel 1986 aveva fondato e diretto il settimanale satirico “Tango” e, nel 1987, realizzato per Rai3 il programma “Teletango”. Poi, sempre per la Rai, il programma “Cielito Lindo”, un varietà satirico condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci. Nel 1989 ha diretto e sceneggiato il film “Cavalli si nasce” e, nel 1992, “Non chiamarmi Omar”, sviluppato a partire da un racconto di Altan, anche lui fumettista, vignettista e autore satirico. Nel 2007 Staino ha realizzato “Emme, periodico di filosofia da ridere e politica da piangere”, supplemento settimanale de “L’Unità”, continuando anche le collaborazioni con televisione, cinema e teatro. 
Matteo Renzi, quando era premier e segretario dem, gli aveva affidato “L’Unità” in affiancamento ad Andrea Romano. Staino rimase alla direzione del giornale circa un anno, fino all’aprile 2017, quando rassegnò le dimissioni per poi tornare come direttore il mese successivo e rimanere in carica fino alla chiusura del giornale, il 2 giugno 2017. Dopo la chiusura de “L’Unità”, le collaborazioni per “La Stampa” e “L’Avvenire”.
da Rai News

Pochi uomini oggi scelgono l’insegnamento

Alberto Manzi è stato un docente, pedagogista e scrittore italiano, noto principalmente per la fortunata trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi

La previsione contenuta nella bozza del prossimo concorso per i dirigenti scolastici che si svolgerà di qui a qualche mese prevede che a parità di punteggio complessivo si dia preferenza al genere maschile, notoriamente sottorappresentato nel mondo della scuola. Niente di nuovo nella pubblica amministrazione, che però apre un dibattito sul perché gli uomini non scelgano la professione di insegnante o preside. Una prima risposta la fornisce l’Ocse che nel suo rapporto annuale sullo stato dell’istruzione nei Paesi più industrializzati, al capitolo Italia dice che le ragioni sono due: lo stereotipo che lega le donne ai lavori di cura e la bassa retribuzione dei docenti. Le ricadute sono negative anche sulla crescita degli stessi alunni: c’è il problema della mancanza di modelli maschili per i bambini, e il conseguente rafforzamento degli stereotipi di genere.
da Avvenire, 20 ottobre 2023

Rileggere Vasco Pratolini a 100 anni dalla nascita

Vasco Pratolini (Firenze 1913 – Roma 1991) è considerato uno dei maggiori scrittori italiani del secondo Novecento

“Le idee non fanno paura a chi ne ha” scriveva Vasco Pratolini. Era nato il 19 ottobre del 1913 a Firenze, da una famiglia poverissima. Fu autodidatta e passò per tutti i mestieri più umili, sempre guidato dalla passione per la lettura, che cercava di organizzare con criterio, e pronto a fuggire all’università appena ne aveva occasione, per ascoltare le lezioni di letteratura.
“S’imparano mille cose in un istante, non occorre essere stati a scuola, quando la vita ti colpisce a tradimento con le sue cattiverie: basta avere una spina dorsale che ti mantenga in piedi”.
Lo scrisse lui stesso in Metello, libro centrale della sua ricerca. Divenne anche un fortunato film di Bolognini con Massimo Ranieri e Ottavia Piccolo. Parlava dell’educazione sentimentale e alla vita, privata e sociale, del muratore Metello Salani a cavallo del secolo, una storia individuale di lavoro, fatica, amori e tradimenti, e corale verso la presa di coscienza della propria dignità, dei propri diritti, della solidarietà. Pratolini è stato uno scrittore che dell’impegno e dell’analisi storica ha fatto il cavallo di battaglia dei suoi romanzi.
Il suo genio partorì ‘Le ragazze di San Frediano’, ‘La costanza della ragione’, ‘Cronache di poveri amanti’, ‘Il quartiere’, ‘Cronaca familiare’, Allegoria e derisione’. La svolta arrivò con l’amicizia di Ottone Rosai e la frequentazione di casa sua, dove incontrò e strinse amicizia con personaggi che andavano da Aldo Palazzeschi a Romano Bilenchi.
Dopo la Liberazione fece il giornalista e lavorò molto come sceneggiatore (tra l’altro collaborò a ‘Rocco e i suoi fratelli’ di Visconti). Cominciarono a uscire i suoi libri più importanti, tradotti in varie lingue grazie al loro grande successo e capacità di accendere anche forti dibattiti critico-ideologici. Pratolini morì all’improvviso a Roma il 12 gennaio 1991 a 78 anni e oggi, in questo periodo di crisi profonda, sarebbe davvero utile rileggerlo e riscoprirlo.  
Maurizio Costanzo – La Nazione, 19 ottobre 2023

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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