Parole della domenica, la cura delle acque fa discutere ma è certo che fa… bene
Nei giorni scorsi sui social, dove le polemiche spesso nascono anche dal nulla, qualcuno ha riproposto la presunta inefficacia delle cure idropiniche, che possono essere sostituite da uno dei tanti lassativi in circolazione. Naturalmente un’affermazione senza alcuna base scientifica, ma che ha suscitato non poche prese di posizione, per fortuna in assoluta maggioranza, a favore della acque termali.
Che le acque termali facciano bene è documentato da centinaia di studi scientifici redatti da illustri professori e dalla presenza, un tempo nemmeno troppo lontano, di una cattedra di idrologia medica nelle nostre università.
Magari possiamo dire che Montecatini ha perso la sfida del “benessere”, che, nelle stazioni termali che funzionano, ruota intorno ad una piscina o più piscine con acque termali e ad una serie di cure legate proprio alla rimessa in forma delle persone, oltre anche alla cura idroponica.
Montecatini era definita “Terme d’Europa” e ora che può vantarsi di un riconoscimento Unesco deve ritrovare la strada per riqualificare la sua immagine e il suo prodotto.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
Il Papa del sorriso
E’ tempo di salvare il seme
C’è un dialogo tra il don Camillo di Guareschi e il “suo” Crocifisso che sembra scritto oggi. Per ciò che denuncia e per ciò che propone.
«Signore, cos’è questo vento di pazzia? Non è forse che il cerchio sta per chiudersi e il mondo corre verso la sua rapida autodistruzione?». Dalla croce Gesù risponde: «Don Camillo, perché tanto pessimismo? Allora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?».
«No, Signore. Io intendevo soltanto dire che oggi la gente crede soltanto in ciò che vede e tocca. (…) Un giorno non lontano si troverà come il bruto delle caverne. Le caverne saranno alti grattacieli pieni di macchine meravigliose, ma lo spirito dell’uomo sarà quello del bruto delle caverne. Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?». «Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme.
Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede».
Giorgio Paolucci – L’Avvenire, 4 agosto 2022
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