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Parole della domenica, progetti per rilanciare la città, vittimismi e liti non servono a niente

Parole della domenica, progetti per rilanciare la città, vittimismi e liti non servono a niente

“E’ l’ora di smettere di piangersi addosso e dotarsi invece in primo luogo di una visione, sulla base della quale operare unitariamente tra Comune e categorie economiche, per elaborare rapidamente progettualità concrete. è tempo di dimostrare la capacità di essere classe dirigente. Con i progetti poi occorre chiamare Regione e Stato aimpegnarsi con tutto il sostegno necessario al fine della loro realizzazione.
I progetti sono peraltro indispensabili anche per attrarre investitori privati, i cui interventi sono indispensabili al rilancio. Né Stato, né Regione, né privati saranno coinvolti se si continuerà a fare bagarre politica. La città deve essere protagonista di un piano di rilancio capace di apprezzare disponibilità d’interventi, come ha dimostrato di poter fare la Fondazione Caripit.
Occorre mettere dei paletti, impedendo smembramenti di risorse storiche. Occorre progettualità per il termalismo e la sua gestione. Sono necessari progetti per arricchire l’offerta con prodotti culturali nuovi, compresi l’archivio Alinari e il museo decentrato degli Uffizi. La pineta è un bene non soltanto da salvaguardare dai barbari, ma da valorizzare”. E’ quanto hanno scritto Fabio Cenni presidente di Assohotel e Michela Caruso presidente di Unim Confesercenti Montecatini.
Condividiamo parola per parola, è il momento dell’unità e non della bagarre politica e dei vittimismi. Montecatini merita progetti concreti e una visione sul suo futuro.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
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(a cura di Mauro Lubrani)

Addio a Dick Fosbury, l’uomo che volava

Olimpiadi 1968: il salto che cambiò l’atletica

È scomparso l’uomo che volava, il mitico Dick Fosbury: ritenuto un atleta dal talento mediocre, il 19 ottobre 1968 decise di cambiare le regole ddel salto in alto. Si presentò in pedana a Città del Messico, giovane americano allampanato: lo sguardo si rivolge al cielo mentre, di schiena, il corpo supera l’ostacolo. «Non solo un salto verso l’alto, ma verso altro. Preparazione, focus, rincorsa e poi, acquistata la massima velocità, il decollo!» E cambiò tutto.

I dieci anni del Papa: “Pace come regalo”

Papa Francesco

Una giornata all’insegna della normalità quella del Papa nel decimo anniversario della sua elezione. Unico momento speciale la Messa con i cardinali durante la quale il Pontefice ha richiamato l’importanza di tre atteggiamenti: la compassione, la tenerezza e la misericordia. Per Francesco auguri da tutto il mondo a cominciare dal patriarca ortodosso Bartolomeo I e dal primate anglicano Welby. Il messaggio del leader musulmano sunnita, il grande imam di al-Azhar, Al-Tayyeb.
«Mi fa soffrire vedere i morti, ragazzi sia russi che ucraini, non mi interessa – che non tornano. È dura». Papa Francesco non ha dubbi, quindi, su cosa chiedere al mondo come regalo per questo suo decennale: «La pace, ci vuole la pace». Da qui, tre parole che corrispondono ai «tre sogni del Papa» per la Chiesa, per il mondo e per chi il mondo lo governa, per l’umanità: « Fratellanza, pianto, sorriso… 
Gianni Cardinale – Avvenire del 14 marzo 2023

La madre di Leonardo era una schiava

Il documento rinvenuto all’Archivio di Stato

È stato rinvenuto nell’Archivio di Stato di Firenze l’atto di liberazione dalla schiavitù di Caterina, madre di Leonardo, firmato dal notaio Piero da Vinci. A ritrovarlo Carlo Vecce, autore del libro «Il sorriso di Caterina» (Giunti). Da qualche anno girava l’ipotesi che Caterina potesse essere una schiava. Lo studioso ha iniziato a studiare i documenti «per dimostrare che Caterina non fosse la madre del Genio, ma le evidenze andavano in direzione contraria».
Una schiava, una profuga, una donna a cui era stata tolta la libertà. Ecco chi era la madre di Leonardo da Vinci, del genio nato dall’unione di Caterina, giunta dalle alture nevose dei monti del Caucaso e unitasi — per amore o per sopruso? — con Ser Piero di Ser Guido, il babbo notaio dello scienziato e artista che lo prese a vivere a Firenze con se quando il piccolo aveva compiuto dieci anni per poi mandarlo a bottega dal Verrocchio.
La vera storia della mamma amatissima da Leonardo è il cuore del romanzo-storico di Carlo Vecce, docente di letteratura italiana all’Orientale di Napoli, studioso dell’artista — nell’anno del cinquecentenario dalla morte, il 2019, ha pubblicato un altro volume a lui dedicato che s’intitola La biblioteca di Leonardo — allievo del grande Carlo Pedretti. Il romanzo, edito da Giunti che sta già lavorando per una sua riduzione cinematografica e ha in serbo, sempre di Vecce, un nuovo libro, stavolta un saggio, che sarà un biografia dedicata a Leonardo.
Chiara Dino – Corriere Fiorentino del 15 marzo 2023

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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