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Parole della domenica: ladri rubano agli “Angeli del bello”, l’associazione che fa tanto bene a Montecatini

Parole della domenica: ladri rubano agli “Angeli del bello”, l’associazione che fa tanto bene a Montecatini

Ladri senza cuore. Hanno preso di mira un’associazione che a Montecatini meriterebbe solo applausi. Si tratta degli Angeli del Bello Montecatini, che operano da anni soprattutto (ma non solo) alle Terme Tettuccio. I ladri hanno saccheggiato l’esposizione “BadaBello!”, che si avvale di donazioni private ed è finalizzata alla raccolta fondi di autofinanziamento per le attività di volontariato e per le iniziative di mecenatismo svolte dall’associazione. Sarebbe davvero infinito l’elenco delle attività meritorie svolte.
«Il loro valore venale – dicono gli Angeli – per noi comunque notevole per il pregio e la ricercatezza degli oggetti è sicuramente superato dal valore inestimabile del gesto di donazione da parte di numerosi cittadini di oggetti spesso ricordi di famiglia, regalati proprio in virtù della finalità dell’iniziativa. Il furto a un’associazione di volontariato, purtroppo non unico (ce ne sono stati tre nell’arco di pochi giorni e hanno interessato anche altre attività commerciali dentro lo stabilimento) appare come quello che si perpetra in chiesa alla cassetta per le candele votive”.
«Per noi il Tettuccio – ha commentato Cinzia Silvestri, presidente degli Angeli – è un tempio laico che vogliamo conservare nella sua bellezza. Ma non bastano i buoni sentimenti e le buone azioni, servono anche le risorse economiche e BadaBello! per noi dal 2020 è fonte di finanziamento di tante bellissime iniziative concrete offerte alla città. L’esposizione è stata rimessa a posto subito, perché ora più che mai abbiamo bisogno di accogliere visitatori e promuovere la nostra causa”.
Intanto gli Angeli del Bello non intendono arrendersi né mollare: “Finalmente – annuncia Silvestri – sono iniziati i lavori di restauro della nicchia di marmo della Fontana Tofanari, detta dei Coccodrilli, per i quali siamo orgogliosamente sovventori”.
Finché esisteranno associazioni come questo Montecatini non perderò mai la speranza di tornare grande.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
.
(a cura di Mauro Lubrani)

Quando la politica ignora la scienza

Nel 1958 Mao Zedong si convinse che i passeri erano una minaccia per le coltivazioni agricole. Gli scienziati tentarono di fargli cambiare idea, ma lui non li ascoltò e mobilitò l’intero Paese per sterminare i poveri uccellini. La realtà gli presentò il conto: come gli studiosi avevano anticipato i passeri non solo non erano una minaccia, ma proteggevano le colture mangiandosi gli insetti dannosi, che senza passeri aumentarono vertiginosamente di numero contribuendo al verificarsi di una grande carestia che uccise tantissime persone. Quando la politica ignora la scienza succedono disastri.
Roberto Burioni – Anteprima Repubblica del 30 gennaio 2023

Perché a San Biagio si mangia l’ultimo panettone?

Il sapore del Natale dura fino a San Biagio. Una ricorrenza scaccia-malanni molto sentita nel milanese dove si usa mangiare l’ultimo panettone avanzato dalle feste. E che, vuoi per la crescente coscienza anti-spreco degli italiani, vuoi per la gola, si sta diffondendo da Nord a Sud. Questa festa segna infatti la linea di confine tra i dolci del periodo natalizio e quelli dell’imminente Carnevale.
Quest’usanza nasce da una vecchia leggenda popolare, che racconta di una donna che, appena prima di Natale, si recò da un certo Frate Desiderio per fare benedire il panettone che lei aveva preparato per la sua famiglia. Il frate, molto occupato, rispose alla donna di lasciargli il dolce per qualche giorno e di passare poi a ritirarlo: lo avrebbe benedetto non appena trovato un po’ di tempo libero.
Ma passato il periodo di Natale, Desiderio rivide il panettone nella canonica: si era dimenticato di benedirlo. Essendo ormai secco, il frate pensò che anche la donna se ne fosse dimenticata, quindi se lo mangiò nei giorni successivi, per non rischiare di doverlo buttare. Pezzo dopo pezzo, dopo qualche giorno rimase il solo involucro vuoto. Il 3 febbraio, la donna però si ripresentò per avere indietro il suo panettone benedetto. Frate Desiderio, in canonica, scoprì con sua grande sorpresa che la carta era ancora gonfia, piena di un panettone grosso il doppio di quello che gli era stato lasciato. Il miracolo era accaduto il giorno di San Biagio. Da allora si usa consumare il ‘panettone di San Biagio’ proprio il 3 febbraio.
Maurizio Costanzo – La Nazione, 3 febbraio 2023

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