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Parole della domenica: cresce la povertà in Toscana, facciamo un regalo speciale per Pasqua

Parole della domenica: cresce la povertà in Toscana, facciamo un regalo speciale per Pasqua

Anche la Toscana (ma la Valdinievole pure, ndr) è in crescita la povertà. Sempre più giovani, infatti, chiedono aiutano alla Caritas: gli under 25 sono il 20% del totale delle persone che bussano agli sportelli d’ascolto dell’associazione. Molti sono migranti appena arrivati sul nostro territorio, ma ci sono anche tanti italiani, figli di genitori che non arrivano a fine del mese e che riescono a provvedere economicamente al proprio figlio. In generale, aumentano gli utenti. Sono il 6% in più dell’anno scorso quelli arrivati nel 2022, quando sono state 3.154 le persone che si sono presentate per la prima volta agli sportelli. Sono prevalentemente donne (56,6%), studenti (4,9%), non sposati (45,9%) e soggetti che affittano camere o posti letto.
Le persone che si rivolgono alla Caritas, come spiega il primo report 2023, non sono più soltanto coloro che appartengono alle periferie esistenziali e alla marginalità estrema, ma sono singoli e famiglie che, pur avendo una casa e un lavoro, non riescono a far fronte alle spese ordinarie. Il Covid e l’inflazione hanno impattato soprattutto sulla condizione economica dei nuclei costituiti da giovani adulti con figli. Le problematiche legate a risorse economiche insufficienti interessano le fasce di età centrali, ma anche il 33,1% di coloro che hanno meno di 25 anni. Dal 2019 al 2022 si è passati dalle 43.047 richieste formulate a 129.466. E dalla Fondazione Caritas parte un appello pasquale per regalare un pasto, un letto dove dormire o prodotti per l’igiene personale a chi ha più bisogno andando sul sito della Fondazione.
Corriere Fiorentino, 31 marzo 2023

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
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(a cura di Mauro Lubrani)

Il pesce d’aprile è nato a Firenze

L’origine di fare del primo aprile un giorno dedicato allo scherzo, alla beffa, alla presa in giro di una o più persone, si perde nella notte dei tempi. Sembra però che tutto abbia avuto origine a Firenze, dove sei o sette secoli fa era nata l’usanza beffarda di dare convegno, per l’appunto il primo aprile, ai creduloni della città allettandoli con la speranza di poter acquistare pesce a buon mercato. Accorsero tanti fiorentini desiderosi di risparmiare comprando cibi sani e prelibati, ma al posto del pesce fresco e guizzante trovarono su una bancarella, in bella vista, un solo pesce, di grosse dimensioni, in effigie. Da qui l’usanza del “pesce d’aprile”.
Maurizio Costanzo – La Nazione, 1° aprile 2023

L’ascensore sociale si è inceppato per i giovani

“Crescere in Italia, oltre le disuguaglianze” non è un mestiere semplice. L’ascensore sociale da decenni si è inceppato e per i giovani di oggi è difficile modificare in maniera consistente la propria situazione economica e culturale di partenza. La Fondazione Cariplo ha presentato a Milano il suo primo rapporto sulle diseguaglianze, dedicato all’istruzione.
Il punto di partenza del rapporto è la nuova ondata di povertà innescata dalla pandemia. Nel 2021 erano due milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta, più del doppio rispetto al 2005. Dal 1980 ad oggi la società si è polarizzata. Il percorso di istruzione obbligatoria non è in grado di sostenere gli studenti più svantaggiati. Le fragilità si propagano e si sommano: esiste una compresenza tra diverse forme di esclusione e di povertà. Chi ha un maggiore livello di studio ha condizioni di salute generale migliori. In Italia solo l’8% dei giovani con genitori senza un titolo di studio superiore riesce a laurearsi (22% la media Ocse).
Cinzia Arena – Avvenire del 29 marzo 2023

 La trappola dei social e la deriva di Twitter 

«Internet è diventato asfissiante». La tesi di Geert Lovink, teorico dei media e fondatore dell’Institute of Network Cultures di Amsterdam, è severa. Ma non è campata in aria. Chiunque di noi l’ha provata sulla propria pelle: le nostre vite digitali ci sembrano sempre più una sequenza di giorni tutti uguali, dove si mescolano continue notifiche e messaggi, liti social (cambia solo l’argomento) e contenuti scelti per noi dagli algoritmi che ci mostrano solo una piccola fetta di idee e di mondo e non sempre le migliori. Per dirla con Lovink «siamo intrappolati dentro ai social e ai loro meccanismi, incatenati al modo in cui gli smartphone ci forniscono informazioni». La soluzione, secondo lui, è usare «l’immaginazione collettiva per riprenderci internet». La frase suona bene, ma l’amara verità è che nessuno sa come fare per renderla davvero operativa.
Prendete Twitter, il social acquistato quattro mesi fa da Elon Musk. Quello che sappiamo tutti è che in poco più di 120 giorni ha già visto crollare il suo valore del 50%, ma l’aspetto più importante è un altro: la piattaforma sta cambiando in maniera sostanziale, tradendo la sua filosofia. L’ultimo colpo arriverà fra poche ore, quando gli utenti certificati di Twitter (quelli con la spuntablu, per intenderci) perderanno il loro status. Qui serve una spiegazione: il bollinoblu non era un privilegio, ma solo la segnalazione agli utenti del social che l’account che l’aveva ottenuto era «autentico e di interesse pubblico». Fra qualche ora invece diventerà un bonus che chiunque potrà avere, a patto di pagarlo 8 dollari (in Italia 7 euro al mese). Chi acquisterà la spunta blu avrà una maggiore diffusione dei propri post, mentre chi non pagherà sarà penalizzato.
Gigio Rancilio – Avvenire del 31 marzo 2023 / Immagine tratta da Keblog

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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