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Parole della domenica, interventi di urgenza per salvare il Tettuccio

Parole della domenica, interventi di urgenza per salvare il Tettuccio

Finalmente si sono accorti che allo stabilimento Tettuccio ci sono situazioni di emergenza, per le quali sono necessari interventi di straordinaria manutenzione immediati. Ne hanno parlato nell’ultimo consiglio comunale. Per evitare i problemi di agibilità e di un rischio di chiusura, serve un’opera di impermeabilizzazione del tetto. Il costo complessivo di questo e altri interventi si aggira intorno ai 200mila euro, più Iva.
E’ necessario trovare i soldi e sicuramente c’è la possibilità che si debba condividere l’attività turistico-termale con un cantiere. Tuttavia, si tratta di un intervento che andava fatto già da qualche anno e si sarebbe evitata la rovina di alcune zone, tipo la volta del Padiglione dei musicisti, o la caduta di parti di cornicioni. Come altrettanto andava fatto per evitare il crollo di parti della Torretta e di fare una minima manutenzione alle Tamerici.
Oggi ci troviamo di fronte a interventi di emergenza per beni che tra l’altro stanno per andare all’asta. Non ci resta che piangere.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
.
(a cura di Mauro Lubrani)

Don Bosco e Real Madrid insieme
nelle scuole socio-sportive

Calcio e fede, sì. Ma che cosa c’entra don Bosco con il Real Madrid? Tanto, tantissimo per via di uno dei progetti extracampo a cui la società madrilena tiene di più: le scuole socio-sportive nate nel 2010 grazie alla collaborazione tra la Fondazione del club spagnolo e le Missioni Salesiane. Dalla Polonia al Mozambico, dalla Repubblica Dominicana all’Egitto: sono ormai 22 in 15 Paesi di tre continenti diversi. Un’iniziativa che ha cambiato il futuro a più di 20mila ragazzi e ragazze. Perché le scuole sono più che calcio e basket. Bambini e ragazzi svantaggiati ricevono sostegno nutrizionale, rinforzo scolastico, borse di studio, assistenza sanitaria e psicologica e possono anche partecipare a corsi di teatro, musica, danza e cucina. Ci sono tutte le caratteristiche degli ambienti salesiani come l’allegria, il rispetto e la solidarietà, ma soprattutto l’attenzione alla persona e al suo destino. Il direttore delle relazioni istituzionali della polisportiva madrilena, l’ex stella del Real Emilio Butragueño, ha ribadito che il «sistema preventivo di don Bosco si adatta perfettamente agli obiettivi del club». L’articolo di Antonio Giuliano.
Antonio Giuliano – Avvenire, 23 maggio 2024

24 maggio 1915: l’Italia entra in guerra.
Le storie di chi cercò di evitarla

L’estate del 1914 segnò l’inizio della Prima guerra mondiale. Il più grande conflitto mai visto prima di quel momento, una carneficina che coinvolse quasi tutti i continenti, gran parte delle nazioni e dei loro abitanti, cambiandone per sempre il destino. L’Italia entrò in guerra nel 1915, il 24 maggio. Paese povero e impreparato, si trovò presto in trincea per difendere il proprio territorio. Per ragioni più o meno nobili, migliaia di britannici cercarono di non andare a combattere sui fronti della Prima guerra mondiale. Fra loro c’erano gli obiettori di coscienza, i padri di famiglia e quelli che cercavano di imboscarsi. I National Archives di Londra hanno pubblicato le lettere di implorazione che venivano spedite alle autorità, chiedendo un esonero, ma che quasi sempre venivano respinte.
Degli 8791 casi trattati dal tribunale del Middlesex, solo 26 richiedenti vennero del tutto esentati dal servizio militare mentre ad altri 581 vennero dettate tutta una serie di condizioni per non partecipare al conflitto. L’elenco delle giustificazioni è molto lungo: si va dall’obiezione di coscienza, alle malattie vere o presunte, ai problemi familiari. C’è anche il caso limite della moglie di un tale Percival Brown, che nel 1916 aveva scritto al tribunale chiedendo di non partire a causa di una ferita alla schiena. Ebbene la donna, probabilmente di nascosto, inviò un’altra lettera ai giudici, in cui chiedeva esattamente il contrario, ovvero di chiamare alle armi il consorte. La corte la accontentò: Percival dovette ‘scontare’ i suoi problemi di coppia in guerra.
Uno dei casi che più colpiscono è quello della signora Kate Shallis, che vide uno dopo l’altro i suoi figli cadere sui diversi fronti, dall’Oceano Atlantico all’Impero ottomano. Quando il quinto e unico figlio rimasto in vita,John, doveva partire, lei chiese che almeno lui venisse risparmiato. E così accadde: John Shallis è morto anziano, nel 1975. In un altro caso Harry Harris, 35enne proprietario di un negozio a Londra, affermò che non poteva lasciare la sua attività perchè senza di lui rischiava il fallimento. In questo caso gli concessero solo un mese di proroga per organizzare i suoi affari e poi anche lui dovette indossare la divisa.
Maurizio Costanzo – La Nazione, 24 maggio 2024

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