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Parole della domenica, il ritorno dell’Orchestra del Maggio dopo 55 anni è un segnale importante per Montecatini

Parole della domenica, il ritorno dell’Orchestra del Maggio dopo 55 anni è un segnale importante per Montecatini

La città celebrerà il quarto anniversario dell’ingresso di Montecatini Terme patrimonio dell’umanità sabato 12 luglio con un evento straordinario. Infatti, l’orchestra del Maggio musicale fiorentino torna a esibirsi in formazione completa a Montecatini dopo 55 anni. 
Nell’occasione tornerà a Montecatini anche Zubin Mehta, che dirigerà il concerto in programma davanti alle Terme Tettuccio.
L’evento Unesco ha consentito di fare rinascere un rapporto tra Montecatini e l’orchestra del Maggio musicale fiorentino, che risale addirittura al 1934 e che si è interrotto nel lontano 1970. L’orchestra del Maggio Fiorentino si esibiva ogni anno in formazione completa durante la stagione termale, evidenziando i meriti acquisiti da quella che è stata definita anche la “città della musica” per i rapporti con grandi personaggi come Verdi, Leoncavallo, Puccini, Toscanini e tantissimi altri.
Il ritorno dell’Orchestra del Maggio può essere il segnale di un’inversione di tendenza: un freno alla crisi e rilancio del turismo grazie anche alla musica e alla cultura.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono

(a cura di Mauro Lubrani)

Cambiamento climatico: notizie brutte e una quasi buona

La sensazione di quanto il clima sia cambiato in chi ha qualche anno in più è netta, soprattutto in questi giorni di calore insopportabile. L’Istat calcola che nell’ultimo decennio i giorni di afa e le notti tropicali sono in netta crescita rispetto al decennio 2006-2015. L’aumento di frequenza degli eventi climatici estremi ha reso l’Italia il quinto Paese al mondo per costi da danni climatici; la cattiva notizia è che tutto questo è destinato a peggiorare se non facciamo abbastanza in fretta a correre ai ripari. La parziale buona notizia è che la transizione cammina nonostante la superficialità di alcuni slogan politici in circolazione. Per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050 dobbiamo fare essenzialmente tre cose. Cambiare i trasporti (più ferrovia e metropolitane, mezzi pubblici elettrici, auto elettriche, elettrificazione dei porti). Cambiare il nostro modo di abitare (case nuove ad emissioni zero ed efficientamento energetico degli edifici già esistenti). Cambiare il modo di produrre energia (dalle fossili alle rinnovabili). E non siamo affatto all’anno zero, anzi. Lo spiega bene in questa analisi Leonardo Becchetti.
Avvenire – 5 luglio 2025

Dario, l’uomo delle lucciole sui colli di Livorno

L’uomo delle lucciole si chiama Dario Canaccini e si palesa sempre sul far della sera, quando le colline alle spalle di Livorno cominciano ad accendersi di rosso. È lui, da undici anni, ad accompagnare i suoi concittadini, insieme ai colleghi di Selvatica, a vivere l’esperienza magica e ancestrale della passeggiata notturna tra le lucciole. Il luogo di incontro si chiama Poggio Corbolone, quello di arrivo sarà l’Eremo della Sambuca di origine duecentesca, un po’ diruto ma pur sempre affascinante.
In queste sere d’estate lo spettacolo (vedi la foto di Francesca Corrias, lungo il cammino alla Sambuca) prodotto dai piccoli insetti coleotteri appartenenti alla famiglia dei lampiridi – si caratterizzano per l’emissione, attraverso organi fotogeni collocati nella parte posteriore dell’addome, di segnali luminosi che servono principalmente ad attirare le femmine – è ancora intenso e indimenticabile. Grazie a Dario, che oltre a essere guida naturalistica espertissima dei monti livornesi, al mattino gestisce la sua bottega di ortaggi e frutta biologici. 
«Mi recavo in questi boschi da solo, per scoprire i vecchi mulini, le ghiacciaie e le lucciole mi facevano compagnia. Poi, ascoltando sempre storie sulla loro scomparsa e raccogliendo i desideri di chi avrebbe tanto voluto rivederle, ho pensato che fosse opportuno organizzare – racconta accendendo ogni tanto la pila di luce rossa puntata verso il terreno per non spaventarle, ma consentire al tempo stesso di non inciampare nella discesa notturna dall’eremo – queste passeggiate. Così in più di dieci anni ho accompagnato migliaia di persone, tutte felici ed entusiaste di compiere questa esperienza. Le lucciole, infatti, non sono scomparse o estinte, semplicemente si sono ritirate laddove non esiste l’inquinamento atmosferico, scegliendo allo stesso tempo quei luoghi umidi che essi prediligono. Io spiego anche le differenze tra le specie invitando a soffermarsi sull’intensità della luce. Si tratta sempre di piccolissimi gruppi proprio per non turbare l’ambienta naturale e bisogna procedere lentamente, senza puntare torce verso gli insetti, stando al buio il più possibile per tutelarle».
Passeggiando nella notte con Dario, si impara ad ascoltare i rumori notturni del bosco, a individuare i saltelli di piccole rane, a scoprire la geologia delle rocce, laddove sono state cavate per usi commerciali. Soprattutto, anche in virtù delle splendide fotografie scattate da Francesca Corrias che lo accompagna, si rimane incantati di fronte ai milioni di piccoli lumini che volteggiano attorno a noi quasi ci si trovasse all’interno di una foresta incantata e magica. In taluni punti la scia delle lucciole è così lunga e corposa che sembra di stare dentro un unico raggio luminoso. Prima che le lucciole vadano in vacanza, questa avventura va davvero vissuta insieme a Dario.
Luca Bergamin – Corriere della Sera / Buone notizie del 30 giugno 2025

Non sempre un bacio è soltanto un bacio

Spiace per Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, ma un bacio non è mai solo un bacio. Soprattutto se ambisce a diventare il bacio per antonomasia, l’icona del baciare, l’epitome della bacità. Gara non semplice, da Hayez in poi. Compirà fra poco ottant’anni uno dei pretendenti più accreditati al trono; il VJ-Day Kiss di Alfred Eisenstaedt, il bacio appassionato fra il marinaretto e la crocerossina, sorpreso in mezzo a una Times Square in festa delirante, il 14 agosto del 1945, il giorno dell’annuncio della fine della guerra nel Pacifico. 
Tutto è a posto, ammiccante e festante e sensuale in quella fotografia: la divisa scura e quella chiara, l’abbraccio e la gambetta alzata, la rovesciata con casqué da tango, l’eccitazione e l’abbandono, e tutto questo sullo sfondo della piazza più piazza d’America, il crocevia del mondo. Apparve il 27 agosto sul numero di Life che celebrava la fine della Seconda guerra mondiale, a dir la verità non fu neppure scelta per la copertina, ma negli anni dimostrò la sua potenza. 
Anche troppo. Al suo autore, come accade spesso quando l’opera diventa più famosa dell’artista, non piaceva poi tanto. “Eisie”, fotografo esule tedesco, amava l’arte classica ma seppe diventare un grande fotoreporter del Novecento, creatore di grandi ed eloquenti immagini della sua epoca, le 170 scelte da Monica Poggi che adesso riempiono le sale di Camera Torino per una retrospettiva che ricolloca, finalmente, il bacio di Times Square in una biografia straordinaria, piena di scoop importanti e coraggiosi.
Michele Smargiassi – Anteprima Repubblica del 29 giugno 2025

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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