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Parole della domenica: dopo il varo del Consiglio comunale, Montecatini affida alla DMO le speranze di un rilancio turistico

Parole della domenica: dopo il varo del Consiglio comunale, Montecatini affida alla DMO le speranze di un rilancio turistico

Il consiglio comunale ha approvato ufficialmente la costituzione della “DMO (Destination Management Organization)”, un passo cruciale per il rilancio turistico, economico e culturale di Montecatini Terme. Lo abbiamo già scritto a settembre che la parola magica con cui nei prossimi mesi e anni dovremo familiarizzare è l’acronimo Dmo. In pratica, è la struttura che gestirà la promozione turistica e la gestione degli eventi della città. Verrà finanziata con la tassa di soggiorno, che, con il previsto aumento dall’anno in corso, dovrebbe portare introiti al Comune per circa un milione e mezzo all’anno.
Secondo il Comune, la DMO sarà un organismo strategico che avrà il compito di coordinare e promuovere le attività turistiche e culturali della città; creare una rete tra gli operatori del settore, le istituzioni e i cittadini; migliorare la qualità dell’offerta turistica, valorizzando le eccellenze locali e attirando nuovi investimenti.
“Con l’approvazione della DMO, diamo finalmente una risposta concreta a un’esigenza che Montecatini Terme esprimeva da più di due decenni. Questo strumento ci permetterà di costruire una visione condivisa per il futuro della città e di rilanciarci come destinazione di riferimento nel panorama nazionale e internazionale,” ha dichiarato il Sindaco Claudio Del Rosso.
Comune e associazioni di categoria sono convinti che essere tempestivi a fare promozione può fare la differenza in un mercato molto concorrenziale. Senza dimenticare che una promozione sarà più efficace se avremo un prodotto valido da offrire.
Ora l’attesa è per la nomina delle strutture che dovranno fare funzionare la DMO, ma occorrerà ancora qualche mese per il varo definitivo compresa la scelta della sede (sarà l’ex Azienda di cura?).

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono

(a cura di Mauro Lubrani)

Addio allo storico proprietario di Varenne

Ci ha lasciato una figura importantissima dell’ippica italiana molto conosciuto anche a Montecatini: Enzo Giordano, storico proprietario di Varenne, il trottatore più forte di tutti i tempi, è scomparso a 71 anni.
Giordano acquistò Varenne dal francese 𝗝𝗲𝗮𝗻 𝗣𝗶𝗲𝗿𝗿𝗲 𝗗𝘂𝗯𝗼𝗶𝘀 per 150 milioni di lire, dopo averlo visto correre in tv nella sua corsa d’esordio, all’ippodromo di Bologna, nell’aprile del 1998.
La sua morte arriva a pochi giorni dal 𝗚𝗿𝗮𝗻 𝗽𝗿𝗲𝗺𝗶𝗼 𝗟𝗼𝘁𝘁𝗲𝗿𝗶𝗮, in programma all’ippodromo di Agnano il 4 maggio, evento in cui proprio Varenne avrebbe dovuto sfilare come da espresso desiderio di Giordano (non è esclusa la sua presenza), che da qualche settimana al termine delle attività riproduttive aveva riportato il campione e stallone proprio nella sua Campania. Varenne il 19 Maggio compirà 30 anni.
Post su Facebook, 3 maggio 2025

Primo Maggio e la piaga del lavoro “povero”

Dal 25 aprile al Primo maggio la distanza tra principi e realtà si misura nel lavoro. Ma in Italia, dove pure l’occupazione è in crescita, lavorare non basta più per vivere dignitosamente. Secondo gli ultimi dati Eurostat il 10,2% degli occupati ha un reddito inferiore al 60% del reddito medio nazionale; anche tra chi ha un impiego a tempo pieno il 9% resta povero e tra i lavoratori autonomi la quota sale al 17,2%. Il lavoro viene definito povero quando l’impiego non garantisce risorse sufficienti allo standard minimo di vita. Il fenomeno in crescita da anni riguarda sempre più spesso anche lavori regolari, non solo contratti precari o cosiddetti atipici. Tra i lavoratori che hanno portato a termine solo la scuola dell’obbligo quasi uno su cinque si trova in questa condizione.
Nel 2024 l’occupazione ha raggiunto livelli che non si vedevano da molto tempo in Italia, con oltre 24 milioni di occupati, ma come è noto la crescita del numero di posti di lavoro non si è tradotta in un aumento dei salari. I redditi reali restano inferiori di 8,7 punti percentuali rispetto al 2008: tra i peggiori dati in Europa.
Daniel Chandler, economista-filosofo britannico oggi tra i più ascoltati, in Liberi e uguali (Laterza, 2025) propone una serie di interventi per contenere un fenomeno che mina la crescita economica e le democrazie: un salario minimo legale, il rafforzamento della contrattazione collettiva, investimenti continui nella formazione. Riforme praticabili, in qualche caso a costo zero.
Tra qualche giorno dunque celebriamo il lavoro. E se la Repubblica nata dalla liberazione dal nazifascismo è fondata sul lavoro, come recita l’Articolo 1 della nostra Costituzione, allora è giusto chiedersi se siamo all’altezza di quella promessa.
Paola Pica – Corriere della Sera / Buone notizie, 28 aprile 2025

Digitalizzazione, in Italia solo il 45% ha le competenze di base

Nel 2021 l’Unione europea ha lanciato il programma Digital Decade, con una serie di obiettivi chiari da raggiungere entro il 2030: più competenze digitali per i cittadini, più tecnologie avanzate nelle imprese, infrastrutture migliori e servizi pubblici digitalizzati.
Ci sono degli obiettivi precisi, e dicono che l’80% della popolazione europea dovrebbe avere competenze digitali di base entro il 2030. Cosa vuol dire però “di base”? Secondo quanto definito dal programma, un cittadino deve saper fare almeno 1 attività in cinque aree di competenza: la comunicazione (per esempio inviare un’email), il settore dell’information e data literacy, che include il saper fare almeno una ricerca online, la creazione di contenuti digitali, che vanno dallo scrivere codice alla produzione di testi, video e immagini, la sicurezza online (ad esempio conoscere i rischi per la privacy e saper impostare password sicure) e il problem solving, che va dal comprendere come migliorare le proprie competenze all’usare le tecnologie digitali in modo creativo e innovativo.
A che punto siamo? C’è molta strada da fare, se pensiamo che al 44% dei cittadini europei mancano queste competenze di base. Certo, nel 2023 oltre il 90% della popolazione dell’Unione europea ha usato internet almeno una volta a settimana, ma solo il 56% possiede competenze di base o superiori, dicono i dati di Eurostat pubblicati questa settimana.
Donata Columbro – Sky TG24, 2 maggio 2025

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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