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Parole della domenica, un acquirente per le Terme: è pronto a comprare i 20 milioni di debiti con le banche

Parole della domenica, un acquirente per le Terme: è pronto a comprare i 20 milioni di debiti con le banche

Inevitabile parlare ancora di Terme: della sua perdurante crisi e delle possibilità di uscirne. Sembra che si stia delineando la possibilità di un acquirente per la società Terme di Montecatini spa (di proprietà 67% Regione Toscana, 33% Comune di Montecatini). La notizia è stata data anche da Il Sole 24 ore. L’operazione prevederebbe l’acquisto da parte di Infinet Financial Advisor Llp, società londinese che fa capo a Andrea Ristori (e ha come rappresentanti la Infinet di Livorno e Clara Futura di Sesto Fiorentino), dei 20 milioni di crediti vantati dalle banche.
Successivamente ci sarebbe – evidenzia il giornale – la loro conversione in azioni delle Terme, attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale accompagnato dalla garanzia di un piano industriale di rilancio; infine l'(eventuale) acquisto da parte di Infinet della partecipazione regionale (la cui valutazione è in fase di aggiornamento a opera della direzione Ambiente e energia). L’acquisto della partecipazione dei soci pubblici sarà una clausola accessoria alla conversione, mediante la pattuizione di un’opzione Put all’acquisto. 
Per rispettare i principi di pubblicità, trasparenza e non discriminazione, la società termale dovrà fare un bando pubblico per l’aumento di capitale riservato a terzi, con esclusione del diritto d’opzione dei soci. 
L’operazione ipotizzata «può essere inquadrata nell’alveo dell’accordo con i principali creditori», afferma la Regione che in questo modo punta a dar corso al piano di razionalizzazione approvato nel dicembre 2020 dal Consiglio regionale, che fissava il termine per accordarsi con i creditori al 30 giugno 2021, evitando così la messa in liquidazione della società.
I tempi sono stretti. Tra pochi giorni l’amministratore unico delle Terme, Alessandro Michelotti, convocherà l’assemblea straordinaria per varare l’aumento di capitale e pubblicherà il bando. Nel frattempo Infinet sta chiudendo l’accordo con le banche: a sorpresa – e al fotofinish – le Terme di Montecatini si avviano ad avere una nuova proprietà, di natura privata.

Questo è quanto. Non resta davvero che sperare in una soluzione che possa traghettare le Terme fuori dalla sua lunga crisi e ridare una speranza di rilancio per la città. Non mancano domande tipo quella relativa di cosa ne sarà del progetto di trasformare lo stabilimento Excelsior in una sede degli “Uffizi diffusi” e quindi di fatto toglierlo dall’ambito termale e del passaggio ai privati. Oppure se esista un piano industriale di interventi previsti da parte dei nuovi aspiranti proprietari.
Resta comunque un’evidenza su cui si evita di soffermarci: quella dell’evidente fallimento della gestione pubblica in meno di trent’anni. Cioè, da quando lo Stato girò la proprietà delle Terme, allora pienamente funzionanti, suddividendone le quote in parità tra Regione e Comune (ricordiamo la soddisfazione espressa al tempo dall’allora sindaco Corrado Messeri). Oggi abbiamo stabilimenti termali in abbandono (su tutti la vicenda Leopoldine) o non funzionanti, molte altre proprietà vendute, una netta perdita di attrattiva turistica e milioni di debiti. Quindi, ne emerge un fallimento della gestione pubblica, che non è stata in grado di mantenere il livello della proprietà almeno pari a come l’aveva ricevuta dalle mani dello Stato.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica 
(a cura di Mauro Lubrani)

La lezione della Bbc

Giovanna Botteri, dal 1 agosto 2019 è corrispondente Rai in Cina

“A Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono.Perché è l’unica cosa che conta, importa e ci si aspetta da una giornalista. A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere.”

Giovanna Botteri – giornalista Rai

Il muro umano e l’informazione

Il “muro” dei giocatori della Danimarca per coprire il compagno di squadra Christian Eriksen dopo il grave malore in campo

Da ieri sera continuo a guardare questa immagine sperando possa rappresentare un nuovo inizio.
Senza che nessuno lo avesse programmato, senza un progetto anticipatore,  i compagni di squadra di Eriksen fanno muro semplicemente perché, nel momento della rianimazione, la sua sofferenza  resti riservata, impedendo alle telecamere di mostrare ciò che non ha senso essere mostrato. 
Potremmo chiamarlo il fattore umano che dice basta allo show del dolore. E forse non è un caso che tutto ciò accada esattamente 40 anni dopo la tragedia di Alfredino  Rampi a Vermicino. 
Allora, quasi inconsapevolmente, ci accorgemmo che la tragedia faceva audience e da lì si inaugurò la cosiddetta TV del dolore, attenta più alla dimensione degli ascolti che non  al dovere dell’informare. 
Ecco, penso sarebbe bello se quel muro umano  dei calciatori della Danimarca  inducesse ora tutto il mondo dell’informazione a una riflessione e a un conseguente passo indietro. 
Per tornare tutti insieme a difendere il diritto di cronaca ripulendolo dalla deriva tossica della logica dello share.
Stefano Cecchi – giornalista – post su Facebook del 14 giugno 2021

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