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Parole della domenica, la Fondazione Collodi ha acquistato Villa e Giardino Garzoni

Parole della domenica, la Fondazione Collodi ha acquistato Villa e Giardino Garzoni

C’è chi crede nel rilancio ed investe. E’ proprio di appena pochi giorni fa la notizia che la Fondazione Nazionale Carlo Collodi ha acquistato la Villa e il Giardino Garzoni. Ne ha dato notizia il presidente Pier Francesco Bernacchi, che nella sua lunga carriera di manager ha ricoperto anche l’incarico di direttore generale delle Terme di Montecatini per diversi anni.
Si tratta di un investimento sicuramente importante, considerato che di recente alcuni portali online specializzati in vendite di immobili di prestigio promuovevano la vendita del complesso immobiliare per un importo di 19 milioni di euro. Non sono state rese note le condizioni della transazione con la holding lombarda Bertola.
Gli imprenditori bresciani avevano acquistato il complesso immobiliare nel 2004 da Enrico Preziosi, proprietario dell’omonima azienda di giocattoli. Negli anni si è spesso sentito parlare di possibili trattative di vendita. L’ultima, in ordine di tempo, ha riguardato la catena alberghiera Marriott.
Costruita nel 1600 sulle fondamenta di una fortezza medievale, la villa, in tipico stile lucchese è interamente decorata, all’interno, con stucchi e affreschi. Il giardino fu realizzato intorno al 1650 dall’architetto lucchese Diodati e completato nell’arco di 170 anni.
“La Villa ed il Giardino tornano ad essere patrimonio della comunità collodese”, ha detto Bernacchi. “Costituiranno il più importante tassello del futuro parco policentrico di Pinocchio che punta ad attirare 350mila visitatori l’anno“.
Durante la conferenza stampa per l’annuncio dell’acquisto del prestigioso complesso, Bernacchi ha anche parlato di un coinvolgimento nel progetto del Ministero dei Beni culturali e della stessa Regione.
Questa è sicuramente una buona notizia per chi ha progetti che guardano lontano, ben oltre il Covid, e che possono essere un richiamo turistico per l’intera Valdinievole.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica 
(a cura di Mauro Lubrani)

Turismo e Covid, meno stranieri ma restano più a lungo

Tra i settori più colpiti dalle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ci sono i viaggi e il turismo. Basti pensare che dal 2019 al 2020 il numero dei turisti stranieri si è più che dimezzato e la loro spesa complessiva è diminuita di oltre il 60%. Un crollo che ha riguardato in maniera più evidente i turisti americani: nel trimestre luglio-settembre sono passati da quasi 1,4 milioni del 2019 a poco più di 24 mila nel 2020 e con una diminuzione percentuale su base annua del 93%. Di poco inferiore la variazione degli arrivi turistici dalla Cina (-91,6%). I finlandesi in Italia rispetto al 2019 sono diminuti dell’88%, quelle degli spagnoli dell’84% e dei francesi del 72%. Più a lungo, più spesa In certi casi, però, i turisti hanno speso di più e si sono fermati più giorni rispetto all’estate 2019. Primi fra tutti i tedeschi, che a fronte di quasi 2 giorni in più di permanenza media hanno anche speso quasi 20 euro in più al giorno. Queste ed altre tendenze interessanti sono emerse dall’analisi effettuata da Adnkronos e Expleo sui dati messi a disposizione da Istat e Banca d’Italia.  Nel 2019, ultima estate pre Covid, i giapponesi si sono lasciati andare a spese folli con 232 euro di spesa media giornaliera effettuata soprattutto in tre regioni: Lazio, Veneto e Toscana. Dalla comparazione dei dati del trimestre estivo (luglio-settembre) 2019 con lo stesso periodo del 2020 si evince inoltre che, malgrado la netta diminuzione del numero di presenze straniere dovuta al Covid, i tedeschi hanno aumentato la loro spesa media giornaliera da 86 euro a 105 euro e questo nonostante una diminuzione di presenze del 57%. Anche i loro vicini austriaci, seppur presenti in misura pari a un terzo dell’anno prima, hanno speso di più: da 94 a 102 euro. Durante l’estate 2020 sono stati svizzeri e russi ad avere le mani bucate, rispettivamente con quasi 138 euro e 133 euro spesi ogni giorno principalmente in Trentino, Lombardia e Veneto (gli elvetici), Lombardia, Veneto e Lazio ( i russi). E i più parsimoniosi? Qui i dati sono sorprendenti. I turisti nipponici, campioni di spesa nell’estate 2019, solo un anno dopo hanno speso poco più di 30 euro al giorno, con una diminuzione di oltre 200 euro.
La Nazione – 2 luglio 2021

La variante Delta

Sfocerà in una nuova ondata che a settembre farà ripartire dal via l’epidemia o riusciremo ad arginare questa variante Delta che in Italia riguarda un caso su sei? “Non siamo ancora fuori dalla pandemia. Va affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza” ha detto il premier Mario Draghi al termine del Consiglio europeo a Bruxelles. Per questo la linea d’azione per non ricascarci deve essere “vigilare, aumentare tamponi e sequenziamento contro le varianti, continuare con la vaccinazione”. I vaccini, appunto. I quattro autorizzati dall’Ema sono uno strumento di protezione efficace, eppure ora sono il nostro punto debole. “Dobbiamo essere certi che si faccia anche il richiamo”, spiega la direttrice esecutiva dell’Ema Emer Cooke. Ma da una parte abbiamo sacche no vax, dall’altra le scorte di dosi scarseggiano. La corsa tra prevenzione e contagio non è ancora finita. 
Repubblica Anteprima – 26 giugno 2021

“Mio marito Giorgio Faletti”

Giorgio Faletti è ancora vivo. Già sette anni, eppure è ancora vivo. La sua voce e il suo sguardo tornano nel primo film tratto da un suo libro, Appunti di un venditore di donne da venerdì 25  giugno su Sky Cinema Uno, regia accortissima di Fabio Resinaro. Eppure quelle architetture a incastro sembravano fatte apposta per finire sullo schermo. “Mi sa che il primo film uscirà postumo” scherzava lui, il più grande tra i nostri “malincomici”. Era vero. Lo racconta Roberta Bellesini, che di Giorgio Faletti è stata moglie e sarà sempre custode.
Maurizo Crosetti – Repubblica 23 giugno 2021

Uffizi diffusi e le mostre su Dante

Si chiama “Terre degli Uffizi” ma si dice “Uffizi diffusi”. Perché le cinque mostre dedicate a Dante, nel 700esimo della morte, e che approfondiscono il legame tra il museo e la Toscana, sono ‘la prima pietra’ dell’intuizione ripresa e rilanciata dal direttore delle Gallerie, Eike Schmidt. Un progetto che nelle intenzioni potrebbe tradursi in un centinaio di poli griffati Uffizi in tutta la regione, e che, per tradurla in musica, Schmidt immagina come ‘Magical Mystery Tour’, dei Beatles. Fatto il progetto (con l’ok della Regione che sta lavorando ad una legge ad hoc) e stabilita la colonna sonora, ecco il primo tassello accompagnato dal supporto economico della Fondazione Cr Firenze. Per “Terre degli Uffizi”, infatti, il museo e la fondazione hanno stipulato un protocollo di intesa della durata quinquennale, che si concretizza subito in cinque mostre che interessano sia il Sommo Poeta, che la valorizzazione del territorio. E che atterreranno a Poppi (Arezzo), con l’esposizione ‘Nel segno di Dante, Castello dei conti Guidi, 17 luglio-30 novembre; a San Godenzo (Firenze), con ‘Dante Alighieri e Andrea del Castagno tornano a San Godenzo’, al centro visita del parco nazionale delle Foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna, 26 luglio-5 settembre; ad Anghiari (Arezzo), con ‘La civiltà delle armi e le Corti del Rinascimento’, al museo della Battaglia di Anghiari, 12 agosto 2021-6 gennaio; a Montespertoli (Firenze), con ‘Pittori giotteschi in Valdelsa’, al museo Arte Sacra di San Piero in Mercato, 25 settembre-10 dicembre; a Castiglion Fiorentino (Arezzo) con ‘L’ultimo sigillo. Le Stimmate di San Francesco a La Verna’ dalle collezioni delle Gallerie degli Uffizi, Pinacoteca comunale, 2 ottobre 2021-6 gennaio.
“‘Terre degli Uffizi’ è il primo progetto che prende avvio dalla strategia degli ‘Uffizi diffusi'”, ricorda Schmidt. “In poche parole, è come un robusto ramo che parte dal tronco di un albero estremamente vitale, in fase di crescita. Insieme alla Fondazione Cr Firenze si è trovata una formula attuativa immediata e concreta nelle prime cinque mostre, tutte dedicate ad argomenti sofisticati ma anche saldamente ancorati ai territori di destinazione. Non si tratta di iniziative volte solamente a incrementare il turismo ancora tentennante dopo un anno e mezzo di pandemia: esse sono infatti destinate soprattutto alla popolazione locale, nell’intento di rafforzare il senso di appartenenza e identità che è alle radici del più alto, del più nobile senso civico”. 
La Nazione – 23 giugno 2021

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