Pages Navigation Menu

Le notizie della tua città

Parole della domenica, il degrado dell’area Kartos dopo gli anni d’oro degli imprenditori illuminati Vittoria e Francesco Pancioli

Parole della domenica, il degrado dell’area Kartos dopo gli anni d’oro degli imprenditori illuminati Vittoria e Francesco Pancioli

Un tempo dava lavoro a decine e decine di persone sotto l’illuminata guida dei proprietari Vittoria “Dede” e Francesco Pancioli. Da anni ormai l’area della ex Kartos in via Tevere è in abbandono ed è alla ricerca di un proprietario e di una nuova destinazione. L’ultimo tentativo di vendita all’asta è andato a vuoto. Nessuno ha presentato un’offerta di acquisto. Il prezzo base era rimasto di un milione e 181.500, come la gara precedente, mentre l’offerta minima scende leggermente a 886.125.
L’immobile è gravato da due decreti di sequestro penale. Il creditore procedente ha già presentato istanze di dissequestro ai tribunali di Roma e Velletri. Il clima di incertezza, senza dubbio, non favorisce la procedura di vendita dell’edificio a un soggetto in grado di recuperarlo ad altri fini. 
Una volta, questo edificio era la sede di una grande azienda cartotecnica, dove lavoravano oltre 110 persone. Nel 2005, il complesso Kartos venne acquistato per circa sei milioni di euro da un gruppo immobiliare che puntava a costruirvi tra i 100 e i 180 appartamenti, due medie strutture commerciali di vendita e un centro ricreativo per la zona Sud. A causa di vari problemi però questo progetto non è mai partito. Tra le ipotesi portate avanti negli ultimi anni, c’è stata quella relativa alla realizzazione di un nuovo polo scolastico, attraverso l’acquisto dell’edificio da parte del Comune.
Il recupero dell’area darebbe un nuovo volto a tutta la zona Sud.

La signora Vittoria Dede Pancioli consegna doni ai bambini dei dipendenti nella tradizione festa di Befana

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono

(a cura di Mauro Lubrani)

La pace disarmata di Papa Leone

Papa Leone XIV ha mandato uno straordinario messaggio al mondo intero attraverso le sue prime parole. Pace, pace e ancora pace. Preghiamo per la pace tra i popoli, che ponga fine all’orrore di tante guerre e alla perdita di tante vite. Preghiamo per la pace di Cristo, che è «un dono che guarda alle persone e ne riattiva la vita. Preghiamo – ha detto all’udienza di mercoledì – per questa pace che è riconciliazione, perdono, coraggio di voltare pagina e ricominciare». Non sono solo parole, non possono esserlo: la Santa Sede mette a disposizione la sua diplomazia «perché i nemici di incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza». I primi giorni di pontificato, scrive nel suo commento Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine – Cittadella della pace, «sono un tempo straordinario di grazia, per ascoltare una voce nuova e, ispirati da essa, accedere all’inedito e l’inimmaginabile». La voce nuova è quella di «un Papa che non ci ha consegnato una formula spirituale da recitare ma un programma di vita. Un criterio con cui leggere la realtà, decidere, prendere posizione. A livello personale, ma anche sociale, economico e politico. È una direzione da scegliere. Non un’utopia, ma una profezia adulta, in attesa di essere praticata». La “pace disarmata” è la parola che non accusa, lo sguardo che non giudica, il gesto che non divide. È la scelta di chi perdona, di chi abbraccia l’ultimo, di chi dona il pane al nemico e lo libera dall’inganno restituendolo alla sua umanità».
Franco Vaccari – Avvenire, 16 maggio 2025
Leggi qui il testo integrale della riflessione di Vaccari.

Scatti rubati, un grande successo 

Scoperta straordinaria: una scatola zeppa di centinaia e centinaia di negativi. Il giovane che la acquistò per pochi dollari da un rigattiere di Chicago, subito dopo, spinto dalla curiosità, portò a sviluppare buona parte di quei negativi. Capì presto di avere messo le mani su un tesoro.
Quando si decise a condividere su internet quelle immagini (erano scorci di strade, porzioni di cielo, tanti scatti rubati di passanti e di animali) la reazione entusiastica di chiunque li vedeva gliene diede la conferma. Il nome di lui è John Maloof, quello della misteriosa autrice delle fotografie, Vivian Maier (nella foto). Grazie al suo scopritore, e al film che dalla scoperta ha tratto, la storia di questa donna strana e solitaria, famelica di fotografare tutto, lei che di professione era bambinaia, fotografa solo di nascosto, ha fatto il giro del mondo. Per caso mi trovavo a New York nel 2013, poco prima che il film su Vivian Maier uscisse. Vidi esposti in una galleria d’arte vicina al Central Park alcuni suoi scatti, riflessi di quello sguardo limpido ma furtivo, di quel suo occhio d’artista che sbirciava rapido, e arguto e innamorato immortalava. Erano sensazionali, e tutto lasciava prevedere il successo di quella incredibile storia.
Lisa Ginzburg – Avvenire, 14 maggio 2025

Leggi “Le parole della domenica” 261

Leggi “Le parole della domenica” 260

Leggi “Le Parole della domenica” 259

Leggi “Le parole della domenica” 258

Leggi “Le parole della domenica” 257

Leggi “Le parole della domenica” 256

Leggi “Le parole della domenica” 255

Leggi “Le parole della domenica” 254

Leggi “Le parole della domenica” 253

Leggi “Le parole della domenica” 252

Leggi “Le parole della domenica” 251

Leggi “Le parole della domenica” 250

Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi