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La scomparsa dell’albergatore Guido Taddei: il suo turismo ideale era solo quello termale

La scomparsa dell’albergatore Guido Taddei: il suo turismo ideale era solo quello termale

Ha sempre pensato che il turismo ideale per Montecatini e per i suoi alberghi fosse solo quello termale. Guido Taddei, scomparso sabato 19 agosto all’età di 92 anni, ha portato avanti queste sue idee per tutta la vita. Insieme alla moglie Maria, ha gestito lo storico Hotel Astoria, proprio a due passi dallo stabilimento Tettuccio, all’insegna di un’alta qualità della tradizionale ospitalità montecatinese. Per lui gli ospiti erano sacri e tanti di loro sono stati fedeli clienti per decenni.
Guido amava tre cose: la famiglia, la sua città e la politica. Per molti anni è stato impegnato in consiglio comunale come esponente del Msi e poi di Alleanza nazionale, avanzando sempre proposte costruttive per il bene della città. Era stato più volte presidente dell’associazione albergatori Apam, ruolo successivamente ricoperto anche dalla figlia Francesca, e componente del Cda delle Terme.
Fu tra quelli che si batterono per riprendere la gestione delle Terme dalla società ascolana e riportarle nelle mani pubbliche.
Tra le battaglie di Guido Taddei anche quella della ricostruzione del Kursaal: insieme al gallerista Giorgio Ghelfi convinse l’imprenditore veronese Ferro, suo importante ospite ogni anno all’Astoria, ad acquistare quello che restava dello storico immobile e a recuperarlo con un ingente investimento.
Negli ultimi anni soffriva molto nell’osservare la caduta libera della città e delle Terme. Il turismo per lui ideale era scomparso, ora dominano i gruppi a basso costo e la qualità dell’ospitalità è sempre più bassa.
“La sua fortuna più grande – ha dichiarato la figlia Francesca a La Nazione – è aver sposato mia madre. In noi lascia i suoi grandi insegnamenti morali, ricordo di un uomo leale, che ha sempre agito con onestà e per il bene comune non solo delle sue aziende, ma della città. Ho davanti a me l’immagine nitida della sua felicità quando, grazie all’articolo 700 le Terme furono tolte dal tribunale agli ascolani. Tornarono alla gestione pubblica e mio padre fu scelto come custode degli stabilimenti e della proprietà, con tanto di chiavi, in un lasso di tempo a cavallo tra il secondo mandato di Severi e il primo mandato di Bellandi. Una responsabilità enorme alla quale non si sottrasse. Aveva il dono di saper prendere decisioni all’impronta. Ci ha insegnato tutto e ha voluto bene a tutte le persone con le quali ha condiviso l’esperienza di una vita piena. La politica era la sua grande passione, portata avanti senza compromessi”.
Tante persone hanno dato l’ultimo saluto a Guido nella chiesa di S. Antonio. Moltissimi i colleghi albergatori, l’amministrazione comunale era rappresentata dal vicesindaco Alessandro Sartoni con il gonfalone sistemato accanto all’altare. Presenti anche gli ex-sindaci Amedeo Bartolini e Giuseppe Bellandi.
Guido lascia la moglie Maria, quattro figli e diversi nipoti: Francesca, albergatrice per molti anni presidente di Apam; Laura, vicepreside dell’istituto Pasquini di Massa e Cozzile; Ciro ed Enrico, albergatori.
Alla famiglia giungano le espressioni di cordoglio di un’intera città.

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