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Giornata della memoria: il 27 gennaio cerimonia per la posa di “Pietre d’inciampo” in ricordo della famiglia D’Angeli

Giornata della memoria: il 27 gennaio cerimonia per la posa di “Pietre d’inciampo” in ricordo della famiglia D’Angeli

Il prossimo 27 gennaio ricorre la “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto” ufficialmente istituita nel 2005 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel sessantesimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz (27 gennaio 1945).
Nel rispetto della stessa risoluzione ONU, che invita gli Stati membri a promuovere azioni che tramandino la memoria di quel tragico evento al fine di prevenire in futuro atti di genocidio, il Comune, dopo la pausa obbligata dovuta alla Pandemia, ottempera alla volontà del Consiglio Comunale che nel 2020, all’unanimità, decise la posa di “Pietre d’Inciampo” a memoria del sacrificio degli ebrei montecatinesi deportati nel campo di sterminio di Auschwitz.
Cosa sono le “Pietre d’Inciampo” o Stolpersteine? In concreto si tratta di piccoli blocchi di pietra coperti da ottone riportanti pochi dati – il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione e la data della morte – delle vittime delle stragi naziste, da installare davanti la porta della casa nella quale ebbero ultima residenza.
Più in generale si tratta di un progetto ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig al fine di ricordare le vittime del nazismo che per qualsiasi motivo sono state perseguitate – religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali – e ispirato da un passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”, da cui “Una pietra. Un nome. Una persona” a spiegarne l’essenza.
Un progetto divenuto in pochi anni di respiro europeo. Oltre 70.000 le “Pietre d’Inciampo” posizionate, ad oggi, in oltre 2.000 città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria e in Italia se ne trovano a Roma, Firenze, Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia oltre che in numerosi centri minori.

Renata Fiorentini con il figlio Massimo D’Angeli nell’estate 1943 (Foto tratta dal libro “Vite sospese” di Andrea Lottini – Ed. Settegiorni)

L’Assessorato alla Cultura, aderendovi, ha desiderato onorare tale Giornata con la posa di cinque “Pietre d’Inciampo” in ricordo della famiglia D’Angeli, a rappresentare, essa per tutte, le famiglie di origine ebraica residenti a Montecatini Terme deportate nei campi di sterminio. 
Con la speranza che le Pietre siano d’inciampo emotivo per chi passa e occasione per riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, al fine di non dimenticare.
Le Pietre saranno posate in Viale Grocco dove si è accertato vivessero i D’Angeli. Ricerche storiche hanno permesso di venire a conoscenza che la famiglia, sfollata in Montecatini, si era sentita sicura e protetta sino al 1942. Il padre Mario “impiegato” Direttore “48” e la madre Renata “atta a casa” con un figlio Carlo (nome del padre di Mario) di 4 anni, aumenta la propria famiglia proprio in piena guerra. La moglie Renata partorisce in casa assistita dalla ostetrica Emma Giannoni. Il figlio Massimo viene registrato prima in Comune (in atto di nascita già riconosciuto “di razza ebraica” quindi con famiglia schedata in Prefettura) poi battezzato cristianamente forse, ma non è certo, presso la Parrocchia di S. Antonio.
Tutti e 5 i membri della famiglia furono arrestati a Montecatini Terme il 5 novembre 1943, deportati ad Auschwitz e lì assassinati il 14 novembre dello stesso anno.

Mario D’Angeli con i figli Carlo e Massimo nel novembre-dicembre 1942 (Foto tratta dal libro “Vite sospese” di Andrea Lottini – Ed. Settegiorni)

L’appuntamento per l’ostensione delle pietre d’inciampo è alle ore 15.00 in Viale Grocco, altezza n.c. 26.
A seguire, in Sala Del Consiglio – 1° piano del Palazzo Comunale – avrà luogo la presentazione del libro “Vite sospese” del Prof. Andrea Lottini, appassionato di storia locale. Racconta le vicende delle famiglie ebree sfollate o internate nella provincia di Pistoia e, in particolare, della famiglia dei Baumann, il cui nome è legato alla città termale dove Alberto Baumann trovò lavoro come dipendente delle Terme e da cui fu licenziato in seguito all’applicazione delle leggi razziali. Le due iniziative avverranno nel pieno rispetto delle normative anti COVID. 

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