Le “Parole della domenica” per riflettere: piccoli passi per la ripresa di una città e tante altre storie
A piccoli passi per una ripresa ancora appena solo accennata. Montecatini ha bisogno di un po’ di fiducia in quella che può essere considerata la crisi più profonda della sua storia. La scorsa settimana abbiamo parlato della riapertura dello stabilimento Tettuccio, il monumento simbolo del turismo termale. Gran parte dei negozi, ristoranti e locali hanno ripreso l’attività, gli alberghi invece hanno qualche problema in più. Tra pochi giorni, tornerà l’arena estiva del cinema nel parco della biblioteca comunale di Villa Forini Lippi. Piccoli segnali nella lunga e difficile strada di una ripresa economica e sociale che auguriamo possa avvenire prima possibile.
Le parole di questa domenica si occupano ancora di Alex Zanardi, di Mario Draghi, finito nell’enciclopedia Treccani con la sua celebre frase che salvò l’euro, e della strage di Ustica.
Parole cercate e trovate nel web e nei giornali. Per riflettere appunto.
Buona domenica.
(a cura di Mauro Lubrani)
LA LEZIONE DI ZANARDI
Zanardi ci ha dimostrato che possiamo essere esattamente ciò che vogliamo, e che gli alibi stanno a zero. Gli alibi, i piagnistei, le autocommiserazioni, il mondo crudele, il governo ladro e il destino ingrato. Possiamo essere ciò che vogliamo, e dipende solo da noi. Zanardi è la risposta ogni volta che torneremo a chiederci se la vita – questa stessa vita che interi o dimezzati ci portiamo addosso – sia davvero meravigliosa e non solo un gigantesco inganno. Zanardi è la risposta quando prima o poi, nel cammino, ci scopriremo tremanti a chiederci se piangere su quello che abbiamo perso o se combattere per quello che ci resta ancora. E ancora e ancora.
Agnese Pini – Direttrice de “La Nazione” (21-06-2020)
“WHATEVER IT TAKES” ENTRA NELLA TRECCANI
Il «whatever it takes» di Mario Draghi entra tra le voci della Treccani e, a dispetto della sua nota riservatezza, l’ex presidente della Banca centrale europea questa volta ammette: «Sono lusingato, non me l’aspettavo», dopo l’ingresso della sua celebre frase tra i neologismi del vocabolario del sapere italiano che lo riempie di enorme piacere. E’ l’ultimo autorevole riconoscimento — ma solo in ordine di tempo — all’uomo che pronunciando quelle parole, il 26 luglio 2012, ha salvato l’euro, nel momento più drammatico della crisi del debito sovrano.
Giuliana Ferraino – da Il Corriere della Sera del 24/672020
L’Istituto della Enciclopedia Italiana pubblica ha pubblicato sul proprio sito una sorta di lunga spiegazione storico-linguistica che analizza il significato di quell’espressione, traducibile secondo Treccani come “costi quel che costi” o “ad ogni costo”. L’espressione è poi rimasta nell’uso comune e anche ora, durante l’emergenza coronavirus , viene citata da politici, economisti e media.
USTICA, STRAGE ANCORA SENZA RISPOSTE 40 ANNI DOPO
Sulla strage di Ustica bisogna trovare “risposte risolutive”, arrivare ad una ricostruzione “piena e univoca” di quanto avvenuto nella sera del 27 giugno 1980, con l’impegno delle istituzioni e la “aperta collaborazione” dei Paesi alleati. Perché “il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica”. La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare. Nella ricorrenza dei quarant’anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale. Ma oggi non può e non deve cessare l’impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica
Sergio Mattarella – Presidente della Repubblica
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