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Le parole della domenica al tempo del virus: riaprono molte attività, ma non è ancora “tutto come prima”

Le parole della domenica al tempo del virus: riaprono molte attività, ma non è ancora “tutto come prima”

E’ arrivato il tempo di ritrovare la nostra libertà: il Governo ha concesso il via libera alla riapertura delle numerose attività rimaste chiuse per due mesi. Non è ancora “tutto come prima” e non potrebbe esserlo, visto che il virus è ancora in circolazione e che – aumentando le possibilità di contagio – potrebbe tornare a provocare problemi. Un rischio che richiede il rispetto delle norme di distanziamento raccomandate dagli scienziati, oltre alla necessità di indossare le mascherine e, quando è necessario, i guanti. Solo così potremo avvicinarci alla “fase 3” dei primi di giugno, quando sarà possibile viaggiare liberamente tra le regioni italiani e riaprire le nostre frontiere da chi arriva da paesi europei.
Il nostro viaggio nelle “parole della domenica” nel web e suoi giornali – oltre ad un doveroso omaggio ad Ezio Bosso – ci permette di riflettere sul “tempo sospeso” che siamo costretti a continuare a vivere, nella speranza di ritrovare quanto prima la serenità che il virus ci ha fatto perdere.
Buona domenica.
(a cura di Mauro Lubrani)

TUTTO RESTERA’ COME PRIMA?

“Non credo mezzo secondo alle dichiarazioni del tipo, ‘niente sarà più come prima’. Al contrario tutto resterà esattamente uguale. Non ci sveglieremo, dopo il confinamento, in un nuovo mondo; sarà lo stesso, solo un po’ peggiore”.
(Michel Houellebecq – scrittore)

Ezio Bosso (1971-2020)

LA BUROCRAZIA NUOCE AI DECRETI

Sergio Rizzo

Dunque il governo di Giuseppe Conte ha deciso di lanciare la sfida alle più monumentali opere dell’ingegno letterario. Dopo aver surclassato I promessi sposi di Alessandro Manzoni, 592 pagine, il decreto ex “aprile” aveva a un certo punto superato le 762 pagine della Valle dell’Eden, capolavoro di John Steinbeck. Con la differenza che la bozza ciclopica, che da 767 cartelle è poi planata a quota 400, è tutt’altro che una pietra miliare della letteratura. Verosimilmente, un nuovo sterminato contorsionismo della nostra burocrazia. Ulteriore dimostrazione che mentre il Paese va da una parte, la politica e la pubblica amministrazione seguono la direzione esattamente opposta.

Sergio Rizzo – giornalista (da “Repubblica” del 10 Maggio 2020)

L’IMPATTO DELL’EPIDEMIA SULLE PERSONE

Vito Mancuso

L’impatto dell’epidemia nell’animo delle persone è duplice; vi sono persone che peggioreranno e vi sono persone che miglioreranno. Quello che a mio avviso è improbabile è che si possa rimanere come prima, vista la profondità della ferita che la situazione ha prodotto. Già adesso in alcuni noto più aggressività, più rabbia, più violenza, e allo stesso tempo in altri osservo più gentilezza, più consapevolezza della preziosità della vita, del respiro, della salute. Tutto si decide nella nostra interiorità: la medesima situazione può essere per uno occasione di crescita, e per un altro di abbattimento o di cattiveria. Come mai? Perché è diversa la qualità della vita interiore, della propria anima. Ognuno dovrebbe chiedere a se stesso chi è, cosa vuole, cosa è veramente importante. Questo è il grande contributo per la nostra esistenza della pandemia in quanto situazione-limite.

Vito Mancuso – scrittore e teologo

PAPA FRANCESCO SCRIVE AI GIORNALI DI STRADA
27.4.2020 – Nella lettera inviata a Scarp de’ tenis e indirizzata a tutti gli streetmagazine del mondo il Pontefice dice: «In Italia penso alla bella esperienza di Scarp de’ tenis, il progetto della Caritas che permette a più di 130 persone in difficoltà di avere un reddito e con esso l’accesso ai diritti di cittadinanza fondamentali».
«La vita di milioni di persone, nel nostro mondo già alle prese con tante sfide difficili da affrontare e oppresse dalla pandemia, è cambiata ed è messa a dura prova. Le persone più fragili, gli invisibili, le persone senza dimora rischiano di pagare il conto più pesante».  Si apre così il messaggio che Papa Francesco ha inviato ai giornali di strada del mondo  pubblicato nel Bollettino della Santa Sede (press.vatican.va) e diffuso oggi.
 «Voglio salutare il mondo dei giornali di strada – scrive il Santo Padre –  e soprattutto i loro venditori che sono per la maggior parte homeless, persone gravemente emarginate, disoccupate: migliaia di persone che in tutto il mondo vivono e hanno un lavoro grazie alla vendita di questi giornali straordinari».
Papa Francesco ha sempre avuto a cuore il mondo dei giornali di strada. Prova ne sono le due interviste rilasciate nel 2015 al giornale olandese Straatnieuws e nel 2017 a Scarp de’ tenis.

I REGALI DI BABBO NATALE CHE SERVONO AI NUOVI POVERI
La Compagnia di Babbo Natale di Firenze

Cento assegni da 300 euro ciascuno sono stati consegnati a cento famiglie con bambini che si sono ritrovate in difficoltà economica in seguito all’emergenza Coronavirus. È successo a Firenze grazie alla Compagnia di Babbo Natale, associazione che raccoglie circa 160 professionisti e imprenditori e che, ogni 25 dicembre, garantisce alle famiglie bisognose il denaro per comprare beni di prima necessità e giochi per bambini. Stavolta non è Natale, ma l’emergenza economica è davvero preoccupante. A Firenze, e non solo qui, centinaia di famiglie che fino a ieri conducevano una vita normale si sono ritrovate senza neppure i soldi per comprarsi da mangiare.
Ecco allora che la Compagnia di Babbo Natale, dopo la segnalazione dei casi urgenti attraverso i servizi sociali comunali e la Caritas locale, ha avviato una raccolta fondi straordinaria tra i propri sostenitori beneficiando anche del contributo di 15mila della Fondazione CR Firenze. «La consegna – ha spiegato il fondatore dell’associazione Roberto Giacinti – è avvenuta nel periodo pasquale. Quando abbiamo portato i nostri assegni non trasferibili ci siamo accorti che le persone a cui abbiamo consegnato gli aiuti non erano quelle di sempre. Il Coronavirus sta cambiando radicalmente le povertà. Abbiamo incontrato tante famiglie italiane che fino a ieri avevano un lavoro precario oppure a partita Iva e che, improvvisamente, si sono ritrovate sul lastrico». «Nei prossimi mesi – ha concluso Giacinti – riproporremo una nuova raccolta fondi straordinaria con l’inevitabile acuirsi di questa crisi economica». 
Jacopo Storni – da “Le buone notizie” de “Il Corriere della Sera” del 5 Maggio 2020

Foto homepage: il nuovo ponte di Genova, un ponte verso la speranza di un futuro migliore

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