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Ultimo giorno per visitare la mostra della “Madonna del Baldacchino” di Raffaello nella Cattedrale a Pescia. Oggi concerto di saluto

Ultimo giorno per visitare la mostra della “Madonna del Baldacchino” di Raffaello nella Cattedrale a Pescia. Oggi concerto di saluto

Domenica 1 ottobre sarà l’ultimo giorno di apertura della mostra “Raffaello, La Madonna del Baldacchino. Ritorno in cattedrale” e il programma delle iniziative è ricchissimo:
ore 10.00: apertura al pubblico della mostra
ore 11.00: Solenne Celebrazione Eucaristica concelebrata dal Capitolo dei Canonici della Cattedrale. Al termine supplica alla Madonna davanti all’opera di Raffaello.
ore 13.00-20.00: apertura al pubblico della mostra con visite guidate a raccolta della cattedrale e della Cappella Turini
ore 21.00: Concerto di musica sacra barocca vocale e strumentale organizzato in collaborazione con Associazione Culturale Mamò e Clarte. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Musiche di: Vivaldi, Bach, Haendel, Frescobaldi
Lettura interpretata dal testo di Jacopone da Todi
Interpreti: Eva Drammis (contralto e attrice, diplomata in musica vocale da camera presso il conservatorio scarlatti di Palermo e diplomata presso l’Accademia dei filodrammatici di Milano, docente di musica presso la scuola secondaria di primo grado), Walter Menichini (flautista, professore di orchestra, concertista, insegnante di strumento presso la scuola secondaria di primo grado), Maestro Gabriele Micheli (esperto in tastiere antiche, direttore artistico della filarmonica G Puccini di Montecarlo, docente presso il conservatorio Pietro Mascagni di Livorno il quale suonerà l’organo e la spinetta).
Per tutte le informazioni: info@madonnadelbaldacchino.

La storia, spesso confusa con episodi leggendari, narra che nel 1507, durante il suo periodo fiorentino, Raffaello ricevette la commissione per eseguire una pala per ornare l’altare della cappella di una nobile famiglia nella chiesa di Santo Spirito, a Firenze.
La tavola rimase incompiuta per la partenza di Raffaello per Roma, chiamato nell’autunno del 1508 da papa Giulio II che gli affidò la decorazione dei suo appartamenti in Vaticano. Alla morte di Raffaello l’opera fu acquistata da Baldassarre Turini, potente segretario di Leone X e datario apostolico, grande amico di Raffaello di cui fu pure esecutore testamentario, rampollo di una delle famiglie più in vista di Pescia, il quale la collocò nella propria cappella nella cattedrale di Pescia.
Lì rimase fino al 1697, quando il Gran Principe Ferdinando, figlio primogenito di Cosimo III de’ Medici, Granduca di Toscana, si “innamorò” dell’opera e l’acquisì, tra la rabbia e l’incredulità degli abitanti di Pescia, comunque ricompensati con diecimila scudi ed il restauro dell’organo della cattedrale. L’opera fu traslocata a Firenze nella reggia di Palazzo Pitti, sua attuale sede, dove è esposta tra i capolavori della Galleria Palatina.
Il quadro fu prelevato di notte e, successivamente, sostituito con una copia, quella di Pier Dandini, tuttora esposta in Duomo. Le due opere, l’originale di Raffaello e la copia di Dandini, saranno posizionate l’una al fianco dell’altra.
Il quadro sarà svelato sabato 6 maggio alla presenza di autorità civili, militari e religiose. La mostra sarà aperta al pubblico da domenica 7 dalle ore 10 alle ore 20.

Si tratta di un olio su tela di dimensioni 248 cm x 216 (dimensioni originali della tavola) – 280 cm x 216 (con l’ampliamento del 1697). Infatti, per adattarla al contesto della collezione del Granduca, la pittura fu ampliata nella parte superiore dal pittore di corte Niccolò Cassana. Si spiegano così il coronamento del baldacchino a forma di cono e la calotta a lacunari che ricalca quella del Pantheon a Roma. L’invenzione di Raffaello è una delle sue più memorabili per l’armonia delle figure, la delicatezza delle espressioni e la capacità di costruzione dello spazio, arioso e monumentale ma al tempo stesso misuratissimo, elementi che provano quanto Raffaello padroneggiasse con autonomia i modelli appresi a Firenze da Fra Bartolomeo, Leonardo e Michelangelo.
Il restauro compiuto presso i laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure tra il 1987 e il 1991, e le recenti indagini compiute dallo stesso istituto in occasione della iniziativa di Uffizi Diffusi hanno stabilito che la pittura ha gradi diversi di avanzamento nell’esecuzione, ma in nessun punto è del tutto completa, confermando così l’antica testimonianza vasariana.
E’ stato pubblicato anche il catalogo Uffizi diffusi: a Pescia, Raffaello a Pescia – Un episodio rinascimentale, un territorio, una città a cura di Emanuele BarlettiAnna Bisceglia (ed. Polistampa, pag. 176, 40 euro).
Il catalogo della mostra allestita nella Cattedrale di Pescia (Pistoia), dal 6 maggio al 30 luglio 2023, è incentrato sulla grande pala d’altare realizzata da Raffaello tra il 1506 e il 1508 su commissione della famiglia Dei. A lungo custodita nelle Gallerie degli Uffizi, l’opera è tornata alla sua collocazione originale in occasione dell’evento espositivo.
“La vicenda dell’opera”, scrive Eike Schmidt, “è esemplare per comprendere come si sono costituite le grandi collezioni di età barocca e testimonia inoltre il culto universale di Raffaello iniziato nella sua breve vita e mai venuto meno”.
Testi di Eike Schmidt, Roberto Filippini, Lorenzo Zogheri, Oreste Giurlani, Antonella Ranaldi, Emanuela Daffra, Anna Bisceglia, Jennifer Celani, Emanuele Barletti, Francesco Gaddini, Paolo Vitali, Costantino Ceccanti, Silvia Benassai, Sandra Rossi, Marco Ciatti, Ciro Castelli, Luciano Ricciardi, Andrea Santacesaria, Roberto Bellucci, Cecilia Frosinini, Luigi Colombini, Maddalena Lazzareschi Lucia Ricciarelli, Antonella Galli, Stefano Maurri, Simone Fagioli, Luciano Pallini.

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