Parole della domenica, lavori senza fine alla Palazzina Regia voluta dal Granduca. E’ l’ora che qualcuno dia spiegazioni alla città

Prendo in prestito questo post su Facebook di Roberto Pinochi del 3 settembre, perché credo che venga condiviso da tutti quelli che vogliono bene a Montecatini:
E’ tanto che mi dico di non andarci, non andarci a fare la passeggiatina del pensionato in centro a Montecatini, tanto poi ti capita di passare dalla Palazzina Regia e allora ti inc..zi e ti sale la pressione. Mi devo ricordare di scansare il viale Verdi, o almeno quel pezzo lì, dove da qualche anno la Palazzina ci guarda stremata, sbudellata, sgangherata di fuori ma ho paura anche di dentro. Buche e calcinacci intorno, impalcatura e betoniera sul retro, operai zero-uno-due, quando ci sono, avvisaglie di conclusione dei lavori non pervenute, occhiate furtive attraverso le persiane aperte, sconsolatamente desolanti.
E dunque, il granduca non c’ha insegnato proprio niente? Era parsimonioso, spaccava un capello in quattro, ma quando partiva non voleva storie, i lavori vanno finiti. E questi, di lavori, quando saranno finiti? Non è che si pretende di sapere preciso il giorno dell’inaugurazione (a proposito, di che cosa, l’inaugurazione? Del museo delle terme oppure…?), ma insomma il mese, l’anno, il biennio della avventurosa inaugurazione si potrebbe cominciare a programmare, perdinci e anche perbacco!
Sapete che non sono avvezzo alle critiche, mi garba di più proporre, e qui proporrei allora una bella dichiarazione ufficiale, la faccia chi sa qualcosa, magari poco, magari all’incirca, magari forse…
Chiusa qui la parentesi goliardica (mi pregio e mi vanto di esserlo stato e di esserlo tuttavia, un goliardo) sarebbe il caso davvero che qualcuno (credo del Comune, ma si accettano alternative) si prendesse la briga di raccontare a tutti quando si comincerà a vedere la fine del tunnel (citazione), quando si potrà rientrare e vedere cosa è successo dentro la Palazzina, magari anche all’Azienda di Cura, e perché no all’Accademia, che i lavori qui sembrano finiti ma non ci sono i quadri e le sculture e allora che Accademia è? Una bella conferenza-stampa, please, per “fare il punto della situazione”. Lo chiede la cittadinanza tutta, i Montecatinesi pazientano, ma ogni limite ha una pazienza…
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
La solitudine secondo Giorgio Armani

La solitudine?
È una sensazione che appare e scompare.
A volte ti attende sulla porta di casa, a volte si allontana per giorni e ritorna quando sei tra amici.
Mi capita di pensare che l’ho costruita e alimentata proprio io, anteponendo a tutti il mio lavoro, gli impegni che non finiscono mai e non permettono un attimo di sosta.
Una specie di corsa a ostacoli che mi è stata rimproverata anche dalle persone che più ho amato.
Ma forse la solitudine è qualcosa che accomuna tutti
Giorgio Armani
Rapporto Caritas, in Toscana aumentano i poveri

I dati riportati nel Rapporto annuale sulle povertà di Caritas Toscana e TosCaritas disegnano le “nuove geografie della fragilità”, analizzando i profili e i bisogni delle persone accolte dai Centri di Ascolto Caritas in Toscana nel 2024. Le persone in situazione di fragilità incontrate sono state 29.297, il valore più alto dal 2007, con un incremento del 3,9% rispetto all’anno precedente. Il 51,2% di queste persone si è rivolto a Caritas per la prima volta nel periodo post-pandemico, evidenziando un ampliamento della platea della povertà.
Oltre la metà degli utenti (54,9%) è costituita da donne, e il 60,7% da cittadini stranieri, confermando il ruolo centrale della rete Caritas nell’accoglienza dei migranti. La maggior parte delle persone che si rivolgono ai Centri è nella fascia d’età tra i 25 e i 54 anni (59,5%) e presenta prevalentemente un basso livello di istruzione (circa il 41%). Cresce la quota di persone che vivono sole (20,1%) o in coabitazioni complesse (2,6%), e aumenta la presenza di minori conviventi (34,5% degli utenti ha figli minori conviventi, per un totale di 18.565 minori). Il bisogno più diffuso (rilevato nel 74,2% dei casi) rimane quello economico, seguito da problematiche occupazionali (21,8%), sanitarie (9,6%) e abitative (9,1%). Le risposte di Caritas si concentrano principalmente sull’erogazione di beni e servizi materiali (60,2% degli interventi) e sull’attività di ascolto e relazione (28,3%).
Il Rapporto indaga anche due fenomeni emergenti: i pensionati poveri e i lavoratori con reddito insufficiente (working poor). Un’indagine condotta su un campione di utenti Caritas ha rivelato che tra i pensionati che si rivolgono ai Centri, la maggioranza ha più di 60 anni e, tra coloro che percepiscono un reddito al di sotto della soglia di sufficienza di 726 euro al mese, prevalgono le donne (56,6%). Questi anziani sono spesso soli (54,9%) e il 41% di loro dichiara di aver rinunciato a spese mediche a causa dei costi, delle liste d’attesa o di problemi logistici. Per quanto riguarda i lavoratori, si rileva che i working poor rappresentano il 34% degli utenti dei Centri di Ascolto in Toscana.
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