Parole della domenica, ecco come nacque l’idea del “Villaggio termale” di Fuksas voluto per valorizzare i beni aziendali e la bellezza della città
Alcuni anni fa, un noto professionista membro del Cda delle Terme, prendendo spunto da un mio editoriale della domenica su “La Nazione”, mi inviò alcune considerazioni sulla volontà di quel Cda di “stendere un piano industriale di sviluppo, non un progetto di liquidazione”.
Un piano che giustificava anche la scelta di un archistar come Fuksas: “Era inutile – mi scriveva – rivolgersi a Fuksas per il semplice restauro delle Leopoldine con tutti i vincoli che questo immobile ha e sul quale l’estro di un grande architetto poco può incidere ed è giusto che più di tanto non incida.
Ma l’estro era stato cercato per un piano globale che legasse le cose belle della città dal museo a fianco dello stabilimento Redi alle grandi piscine della Salute, ai percorsi nei parchi, al recupero dei fossi termali, al restauro degli edifici storici ed il loro adeguamento per la soddisfazione delle esigenze attuali”.
Ed aggiungeva: “Vendite e smembramento del patrimonio sono la negazione del Villaggio Termale che si sarebbe realizzato con il master plan di Fuksas… La vera ricchezza è la unicità dei beni aziendali e la loro strumentalità concettuale. Fino dal primo esame colpisce questo complesso organizzato, quasi autarchico, di beni e la loro reciproca interdipendenza.
E’ su questo progetto che pregammo Fuksas di lavorare ed è su questo progetto che lui si entusiasmò. Vi sono troppi segnali – questa la conclusione – che fanno pensare che questo progetto sia minacciato e che la sua realizzazione sia in pericolo”.
Sono passati diversi anni da quella lettera e tutti sappiamo come sia finita. Il Villaggio Termale rimane un sogno irrealizzabile ormai, le Leopoldine sono in abbandono da tempo e Montecatini piange nel suo abbandono.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
Le ragioni dei giovani che non vanno alla Messa

Una domanda vecchia quasi quanto il mondo: perché, nonostante tutti gli sforzi, la partecipazione dei giovani alla Messa della domenica è sempre più scarsa, quasi irrilevante? Se lo chiede Paola Bignardi in un lungo articolo su Avvenire. La risposta a Chiara, 30 anni, animatrice parrocchiale: «Sembra che non sia necessario partecipare alla liturgia per potersi sentire appartenenti alla Chiesa». I giovani, interpellati, fanno notare il peso della costrizione di quando erano piccoli, e la Messa era legata alla catechesi, e poi la ripetitività delle preghiere eucaristiche, il lessico debitore di una cultura antica. Ci sono molte critiche all’omelia, facilmente pevedibili: lunghe, noiose, astratte, parlano un linguaggio di altri tempi, non c’entrano niente con la vita e i suoi temi o problemi. «Il modo con cui i giovani raccontano l’esperienza religiosa o spirituale – scrive Bignardi – ha caratteristiche molto diverse dai linguaggi astratti delle comunità cristiane, delle omelie, delle catechesi. Sono linguaggi che attingono alle esperienze della vita quotidiana e che ne esprimono, in modo certo impreciso ma molto comunicativo e personale, il significato profondo». La conclusione dell’analisi è aperta: «Impossibile trovare “ricette” che rispondano all’esigenza di dare nuovo significato alle esigenze dei giovani. La percezione del valore della liturgia dipende dal modo con cui si vive tutta l’esperienza religiosa: la liturgia non è la dimensione più esteriore della fede, ma la più sublime. Per entrare in essa occorre aver preso familiarità con il senso del mistero e con una relazione personale e profonda con il Signore Gesù». Qui l’articolo completo.
Paola Bignardi – Avvenire, 7 novembre 2025
Mamdani, il sindaco dei giovani e degli esclusi

Una vittoria costruita con un linguaggio diretto e una comunicazione dirompente sui social. Il nuovo sindaco della Grande Mela è riuscito a riaccendere la partecipazione politica dei più giovani, portando al voto oltre due milioni di cittadini. La sua coalizione ha unito lavoratori, immigrati e professionisti progressisti. Cuomo, invece, ha pagato il peso del passato politico e di uno stile di campagna superato. Anche un ingente sostegno economico non è bastato a salvarlo.
La vittoria di Zohran Mamdani sembrava improbabile fino a solo pochi mesi fa, quando il giovane sindaco-eletto di New York era un semi-sconosciuto parlamentare statale. Il suo messaggio, centrato su temi molto popolari come l’aumento dei salari e la riduzione del costo della vita, unito a una sorprendente efficacia comunicativa, lo ha però portato prima a imporsi nelle primarie democratiche e poi a trionfare alle elezioni comunali. In entrambe le sfide, Mamdani ha sconfitto il veterano centrista Andrew Cuomo – ex governatore democratico dello Stato di New York dal 2011 al 2021 – che dopo la sconfitta alle primarie aveva scelto di candidarsi come indipendente.
Gianluca De Feo – SkyTG24 del 7 novembre 2025
Il mondo perde ancora chilometri quadrati di boschi

Secondo la Fao, il mondo dispone oggi di 4,14 miliardi di ettari di foreste, pari a poco più di un terzo della superficie terrestre e a 0,5 ettari pro capite. L’Europa detiene la quota più ampia, circa un quarto del totale. Le foreste che si rigenerano naturalmente coprono il 92 per cento della superficie forestale totale (3,83 miliardi di ettari). Questa categoria è però diminuita di 324 milioni di ettari dal 1990, anche se il ritmo delle perdite è quasi dimezzato negli ultimi trent’anni. Le foreste primarie (ecosistemi incontaminati composti da specie autoctone) coprono 1,18 miliardi di ettari, pari al 29 per cento del totale. L’Europa ne ospita la porzione maggiore, con 311 milioni di ettari. Le foreste piantate, invece, rappresentano l’8 per cento della superficie totale, circa 312 milioni di ettari nel 2025. La loro crescita prosegue ma rallenta, mentre le piantagioni gestite intensivamente costituiscono circa la metà di queste aree. (Per leggere l’articolo completo clicca qui).
Patrizia Varone – Corriere della Sera / Clima e Ambiente del 5 novembre 2025
Leggi “Le parole della domenica” 286
Leggi “Le parole della domenica” 285
Leggi “Le parole della domenica” 284
Leggi “Le parole della domenica” 283
Leggi “Le parole della domenica” 282
Leggi “Le parole della domenica” 281
Leggi “Le parole della domenica” 280
Leggi “Le parole della domenica” 279
Leggi “Le parole della domenica” 278
Leggi “Le Parole della domenica” 277
Leggi “Le parole della domenica” 276
Leggi “Le parole della domenica” 275
Leggi “Le parole della domenica” 274
Leggi “Le parole della domenica” 273
Leggi “Le parole della domenica” 272
Leggi “Le parole della domenica” 271
Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi