Lutto nel mondo del calcio: è morto Sergio Biliotti, bandiera dell’Empoli e poi allenatore di diverse squadre in Valdinievole

Lutto nel mondo del calcio. All’età di 74 anni, ci ha lasciato Sergio Biliotti, indimenticabile bandiera dell’Empoli degli anni ‘70. Ha lottato a lungo contro la Sla.
Biliotti è stato capitano e colonna portante dell’Empoli per otto stagioni negli anni Settanta, collezionando be 263 presenze e 9 reti, numeri che lo collocano tra i calciatori con più gare giocate nella storia del club. Ala destra nelle prime stagioni, poi mediano di spinta, Biliotti è stato una vera e propria bandiera empolese.
Al termine della carriera di calciatore professionista si era trasferito in Valdinievole con la famiglia per motivi di lavoro: ha lavorato per anni alla Banca Commerciale in piazza del Popolo a Montecatini. Per due stagioni è stato uno dei punti di forza del Chiesina Uzzanese in prima categoria (1983-84 e 1984-85) con Niccola Lucchesini in panchina (primo pontigiano sulla panchina amaranto). Quindi, ha fatto l’allenatore di diverse società della zona (prima con il settore giovanile del Montecatini, poi prime squadre allo stesso Montecatini, Uzzanese, Monsummano e Pescia ed esperienze anche come dirigente).

Questo il commosso ricordo del Montecatini calcio: “Oggi il pensiero corre al nostro ex 𝐌𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐒𝐞𝐫𝐠𝐢𝐨 𝐁𝐢𝐥𝐢𝐨𝐭𝐭𝐢, che ci ha lasciato troppo presto. Un allenatore, un maestro e un amico, che con passione e dedizione ha contribuito a far crescere tanti ragazzi, dentro e fuori dal campo. 𝐒𝐞𝐫𝐠𝐢𝐨, originario di Scandicci aveva legato la sua carriera di calciatore alla maglia dell’𝐄𝐦𝐩𝐨𝐥𝐢, con la quale é sceso in campo 263 volte negli anni 70. Dopo essersi trasferito in Valdinievole, con i colori 𝐁𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨𝐂𝐞𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢 è stato nostro allenatore, vincendo nella stagione 88-89 il campionato di Seconda Categoria, oltre ad allenare successivamente anche la formazione Juniores. Il suo sorriso, la sua passione e la sua umanità hanno lasciato un segno indelebile nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Il 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐞𝐜𝐚𝐭𝐢𝐧𝐢 𝐂𝐚𝐥𝐜𝐢𝐨 si stringe con affetto alla sua famiglia in questo momento di dolore. Ciao 𝐌𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐁𝐢𝐥𝐢𝐨, sei stato un esempio di passione, umiltà e dedizione che porteremo sempre nel cuore. Grazie, grazie di tutto”.
La sua carriera iniziò con le giovanili del Prato e con i lanieri debuttò in prima squadra nella stagione 1970/71 in Serie C. Rimase a Prato anche per la due successive stagioni, fino a quando viene acquistato dall’Empoli nel 1972. Allora Biliotti giocava ala destra, con funzioni di tornante, come si diceva a quel tempo: oggi si direbbe un esterno di destra dei cinque o di un centrocampo a quattro. È mister Ulivieri che lo fece arretrare davanti alla difesa, impostandolo come mediano di spinta.
A Empoli rimane per ben 10 stagioni collezionando 263 presenze, il che lo colloca al 5° posto tra i giocatori con maggiori presenze nella storia dell’Empoli, superato solo in anni recenti da Moro, Tavano, Buscè e Maccarone. Con la maglia azzurra realizzò 9 reti ma ha certo contribuito a procurare alla sua squadra tanti rigori, una delle caratteristiche per la quale viene ricordato ancora dai tifosi azzurri, insieme alla sua assoluta dedizione alla maglia, alla sua generosità, al suo incessante correre. Doti, queste, che hanno fatto passare in secondo piano anche le doti tecniche che Biliotti pure possedeva. Certamente è rimasto uno dei giocatori più amati da quei tifosi che lo hanno visto giocare negli anni ’70. Anima e simbolo dell’Empoli dei tanti campionati giocati in Serie C, è un valore che rimarrà nel tempo e nella storia del club.
In una intervista con Stefano Scarpetti di pianetaempoli.it ha raccontato: “Esattamente dal 1976 iniziai a lavorare in banca, quindi mi aspettavano per fare l’allenamento, poi lasciai il professionismo non potendo fare due lavori in contemporanea. Iniziò quindi la mia carriera nel mondo dilettantistico, continuata poi negli anni seguenti come allenatore delle squadre del circondario, ottenendo anche vittorie nei rispettivi campionati. A me non interessava la categoria, ma che ci fossero gli stimoli necessari.
Ho provato – concludeva – a fare il dirigente di squadre dilettantistiche. Ci sono rimasto poco, perché mi sono trovato di fronte persone che come priorità volevano perseguire i propri interessi, oltre al fatto di non essere competenti. Per fare un esempio, non si può improvvisare insegnante di calcio un elettricista, senza nulla togliere alla categoria in questione. Si è perso tutto, una constatazione che faccio con grande amarezza”.
Alla moglie e alla figlia e a tutti i suoi cari giungano le condoglianze di TuttoMontecatini.