Parole della domenica, il flop di presenze turistiche a Ferragosto: riflessioni sui motivi e qualche speranza per il futuro

Il turismo montecatinese (si può ancora definire termale?) piange per un agosto mai così basso nel numero delle presenze. Troppe situazioni hanno fatto calare l’appeal degli ospiti verso la nostra città. Un grido di allarme è stato lanciato, alla vigilia del Ferragosto, che un tempo dava inizio al top della stagione fino a settembre, da Carlo Bartolini, presidente di Federalberghi-Apam.
Ha detto Bartolini: “Il cliente individuale italiano non sceglie più, in questo periodo un tempo strategico, Montecatini e le sue terme. Ciò avviene per un motivo ben preciso: la nostra città non ha più un prodotto che la contraddistingua da altre destinazioni. Per questo risulta quanto mai fondamentale investire in promozione e nella ricostruzione di un nuovo prodotto termale e di territorio al fine di rinnovare l’attrattività di Montecatini”.
I numeri, che emergono dall’analisi dei questionari distribuiti agli associati, sono eloquenti: gli albergatori montecatinesi hanno registrato per questo Ferragosto un calo generalizzato di turisti, che oscilla tra il -1% e il -8%, rispetto allo stesso periodo del 2024, con punte del -10% e anche del -15 per cento. Solo poche strutture hanno segnalato una sufficiente tenuta, in gran parte costituita da clientela ormai affezionata e stabilizzata nel corso del tempo”.
Quindi, una crisi davvero senza fine per questa Montecatini, nella cui rinascita crediamo nonostante tutto e tutti.
Sul futuro prendiamo in prestito una riflessione del giovane politico Lorenzo Romano Dall’Olio, che ha scritto ieri in un post: “Risollevare” una città è un concetto affascinante, ma spesso anacronistico. Se le fondamenta economiche restano solide, il mercato premia chi risponde, o addirittura crea, una domanda. Più che di un “risollevamento”, forse dovremmo parlare di innovazione: passare dal subire trend (turismo di bassa qualità, calo degli acquisti nei negozi locali, perdita della memoria collettiva, abbandono di usi e costumi storici) al collaborare per crearli — soprattutto grazie a una sinergia tra pubblico e privato.
Personalmente, sono favorevole a una “commistione” intelligente, a un’azione congiunta tra pubblico e privato: un sistema olistico, dove «il tutto è più della somma delle singole parti» e ogni parte è interconnessa e reciprocamente influente”.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
Oggi torna il campionato di calcio

Quando giocavo io, i calendari venivano compilati più a ridosso dell’inizio del campionato. Mi ricordo l’attesa per il sorteggio e gli abbinamenti. “Quando giochiamo il derby?”, ci chiedevamo per esempio al Milan. Adesso forse è un po’ diverso: il calendario si scopre prima, c’è più tempo per metabolizzare. Ma un primo giorno è un primo giorno. Come a scuola o come per un esame importante. L’attesa è anche tutta nostra. E ce la vogliamo godere.
Riccardo Montolivo – Sky TG24 del 23 agosto 2025
I pozzi del Kenya nel centenario di don Benzi

In Turkana, nel nord del Kenya, il sole non si limita a splendere: cade implacabile su una terra già provata. Prosciuga fiumi, spacca il suolo, lascia dietro di sé una scia di polvere e silenzio. In questa regione che si estende poco sopra l’Equatore la siccità non è un’emergenza temporanea ma una condizione permanente. Secondo l’Ipc – Integrated food security phase classification – tra febbraio e marzo oltre 2,2 milioni di persone in Kenya si trovavano in condizioni di insicurezza alimentare acuta. E le previsioni sono tutt’altro che rassicuranti: la situazione non migliorerà nei prossimi mesi, anzi. Il Lago Turkana, l’immenso specchio d’acqua che lambisce queste terre, appare come una benedizione. Ma non lo è: le sue acque salmastre non si possono bere, né usare per irrigare; è un lago che non disseta, una risorsa difficile da usare. Eppure migliaia di persone continuano a vivere qui, aggrappate alla speranza e alla dignità anche quando ogni gesto quotidiano – cucinare, andare a scuola, partorire – diventa una lotta contro l’arsura. In Turkana si capisce subito quanto sia fragile il confine tra la sopravvivenza e la rinuncia.
In questa terra, straordinaria per storia e umanità ma poverissima di tutto il resto, i bambini non vanno a scuola perché hanno fame, le famiglie raccolgono acqua nei letti secchi dei fiumi, le malattie si diffondono a causa della contaminazione. Ed è qui che è nata la consapevolezza che non bastava raccontare, si doveva agire. L’esperienza sul campo, come membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha reso evidente che senza acqua non c’è nutrimento o salute, né la possibilità di restare. E portare acqua potabile in queste zone non solo era necessario, ma urgente.
Ecco perché a strettissimo giro avvieremo lo scavo di un pozzo nel villaggio di Altuwo, abbiamo già progettato un impianto di desalinizzazione a Moite e previsto il ripristino della rete idrica a Gatab, un’area in cui ci sono diverse scuole, e dove vogliamo realizzare alcuni orti per offrire ai bambini non solo pasti più equilibrati ma anche un motivo in più per restare in classe. Una volta terminati, questi impianti garantiranno l’accesso all’acqua e offriranno anche nuove prospettive di impiego: saranno infatti le stesse comunità locali a occuparsi della loro gestione e manutenzione, grazie a una formazione specifica che stiamo portando avanti, pensata per responsabilizzare e valorizzare la popolazione. Questo è uno dei tanti progetti sostenuti da «Un pasto al giorno», la campagna con cui la Comunità, attiva oggi in 40 Paesi del mondo, si impegna a rimuovere fame, povertà e ingiustizie sociali. Iniziative come questa, infatti, dimostrano che un pasto non è mai solo un pasto: è scuola, è salute, è stabilità. E in Turkana prima di tutto è acqua. Nell’anno in cui ricordiamo il centenario dalla nascita di don Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, questo è il modo più vero per onorarne il sogno: restituire agli ultimi la speranza di un domani. Anche con un pasto, anche con un bicchiere d’acqua.
Simone Ceciliani (Comunità Papa Giovanni XXIII, responsabile Progetto Turkana) – Corriere della Sera / Buone notizie 18 agosto 2025
Leggi “Le parole della domenica” 275
Leggi “Le parole della domenica” 274
Leggi “Le parole della domenica” 273
Leggi “Le parole della domenica” 272
Leggi “Le parole della domenica” 271
Leggi “Le parole della domenica” 270
Leggi “Le parole della domenica” 269
Leggi “Le parole della domenica” 268
Leggi “Le parole della domenica” 267
Leggi “Le parole della domenica” 266
Leggi “Le parole della domenica” 265
Leggi “Le parole della domenica” 264
Leggi “Le parole della domenica” 263
Leggi “Le parole della domenica” 262
Leggi “Le parole della domenica” 261
Leggi “Le parole della domenica” 260
Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi