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Parole della domenica, addio a Pippo Baudo: ha fatto vivere l’ultima stagione d’oro di Montecatini con gli spettacoli dal teatro Verdi

Parole della domenica, addio a Pippo Baudo: ha fatto vivere l’ultima stagione d’oro di Montecatini con gli spettacoli dal teatro Verdi

La città piange la scomparsa di Pippo Baudo, un vero amico di Montecatini. Quello che rappresentò Giuseppe Verdi, negli ultimi vent’anni dell’800 per promuovere l’immagine della Montecatini termale e turistica, lo è stato un secolo dopo Pippo Baudo con dieci anni di Serata d’onore e con il teatro Verdi diventato per alcuni mesi di ogni stagione a tutti gli effetti uno studio esterno della Rai.
Non solo Serata d’onore, ma anche Domenica in, Linea verde e anche un concerto in mondovisione per ricordare l’anniversario della morte del Cigno di Busseto (sempre dal teatro Verdi): era tutto facile e bello avere Pippo Baudo padrone di casa che ospitava di volta in volta i più importanti personaggi dello spettacolo, della cultura, del giornalismo. Montecatini era al centro del mondo e, grazie a lui, ha vissuto l’ultimo periodo d’oro. Poi, se n’è andata la Rai ed è iniziata la fase discendente che non si è ancora conclusa.
Baudo è tornato altre volte nella “sua” Montecatini per incontrare gli amici di un tempo, a partire dall’ex-sindaco Alberto Lapenna, Inigo Cortesi e Renzo Taddei del teatro Verdi, il mitico Ramon e altri. Ma, quando ne ebbe l’occasione, tornò per una puntata di una sua nuova trasmissione sperimentale su Rai3. Perché Pippo Baudo non era solo il presentatore definito “nazional-popolare” con i suoi tredici festival di Sanremo, di cui ben cinque consecutivi; oltre 150 programmi, tra cui Settevoci, Canzonissima, Domenica in, Fantastico; Serata d’onore. In 60 anni di carriera è stato uno scopritore di talenti come nessun’altro e un innovatore. In poche parole era la Rai, ma guidava una tv intelligente, garbata, mai banale e generosa verso i giovani. E con Montecatini  è stato molto molto generoso.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono

(a cura di Mauro Lubrani)

Le rose degli Angeli: gentilezza e amore per la città

Rose rosse per tutti a Ferragosto al Tettuccio, grazie alla lodevole iniziativa degli Angeli del bello. Grazie all’impegno dei volontari dell’associazione anche quest’anno si è ripetuta una tradizione molto apprezzata dai turisti e dagli altri frequentatori dello stabilimento.

“Amici miei”, compie 50 anni il film-cult

Una scena indimenticabile: la “supercazzola” al vigile. A destra Philippe Noiret e Ugo Tognazzi, sulla sinistra si intravede in auto Gastone Moschin

Era il 15 agosto del 1975 quando usciva nei cinema il capolavoro di Mario Monicelli (ebbe anche Montecatini come tappa delle riprese nelle tre serie). “Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione” commentava Il Perozzi parlando del Necchi e della sua capacità di organizzare l’ennesimo scherzo alla vittima di turno. E geniale è il termine corretto per definire il cult Amici Miei capolavoro di Mario Monicelli, film simbolo di Firenze e di quell’Italia che fu, che usciva in anteprima esattamente 50 anni fa, il giorno di Ferragosto del 1975, prima di sbarcare nelle sale italiane in autunno.
Il film nacque da un’idea di Pietro Germi che, gravemente ammalato, ne affidò la regia e sceneggiatura all’amico Monicelli, che lo modifica a modo suo con una ambientazione toscana con i suoi mitici personaggi: il Conte Raffaello Mascetti (Ugo Tognazzi), il giornalista Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), il Prof. Alfeo Sassaroli (Adolfo Celi), l’architetto Rambaldo Melandri (Gastone Moschin) e il barista Guido Necchi(Duilio Del Prete). Amici di scuola, di caserma, e dunque amici da tutta la vita, che hanno portato fino a noi il mito delle zingarate. Ecco perchè lo amiamo ancora: molte battute e modi di dire sono entrati nella lingua comune e il concetto stesso di “zingarata” continua a essere usato come simbolo di libertà creativa e di evasione. Rivedere il film ci riporta alle nostre radici: dai bar di periferia, alle case piene di fumo, dalle amicizie senza tempo a personaggi e luoghi che non ci sono più, ma che ci mancano.
Proprio per questo l’Associazione Cult(urale) Conte Mascetti da ormai 10 anni propone dei tour sulle location di Amici Mieiche riprenderanno da domenica 7 settembre fino a fine dicembre, permettendo ai numerosi fans di conoscere alcuni angoli poco conosciuti di Firenze, che vanno dalla tomba di Adelina “sposa ed amante impareggiabile”, al mitico Bar Necchi dove, proprio lì di fronte, nasce la Supercazzola.
E poi ancora il binario 16 degli schiaffi alla stazione, forse la scena più famosa, fino al funeralone del Perozzi in Piazza Santo Spirito, epilogo del primo atto del film.
Info www.contemascetti.it www.supercazzola.it.
Luca Boldrini – La Nazione, 15 agosto 2025

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