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Parole della domenica, non riaprirà il “Punto nascita” dell’ospedale: un tempo ha avuto numeri record grazie alla sua efficienza

Parole della domenica, non riaprirà il “Punto nascita” dell’ospedale: un tempo ha avuto numeri record grazie alla sua efficienza

All’ospedale di Pescia non nasceranno più bambini. Il Ministero della Salute, infatti, ha detto no alla deroga per il mantenimento del Punto Nascita dell’Ospedale di Pescia, nonostante l’impegno della Regione Toscana a difenderlo fino in fondo.
La risposta negativa sarebbe dovuta al fatto che all’ospedale della Valdinievole nascono meno di 500 bambini all’anno. Pensare che una ventina di anni fa, invece, si era raggiunto il record di oltre mille parti, più che a Pistoia . Il Cosma e Damiano attirava pazienti anche dalle provincie vicine, grazie alla riconosciuta efficienza del reparto di ostetricia e ginecologia diretto per 35 anni dalla dottoressa Laura Niccoli e in precedenza dal dottore Sandro Melani.
Tanti i risultati positivi raggiunti in quegli anni, con record regionali: come punto nascita ma anche per la donazione del cordone ombelicale e il basso tasso di ricorso in termini percentuale al cesareo. Molte le novità che erano state introdotte nel percorso nascita, anche nell’ambito della diagnostica prenatale, che ne avevano fatto un polo di attrazione per molte coppie di genitori.
La dottoressa Niccoli è andata in pensione nel 2014 e da allora è cominciato un lento e progressivo smantellamento, fino appunto a più che dimezzare il numero di nascite e al taglio definitivo del Punto Nascita.
l presidente della Regione Eugenio Giani, contrariato dalla decisione del Ministero, afferma che “a Pescia stiamo sviluppando un polo di riferimento regionale per la salute femminile, dove si abbattono le liste d’attesa, si diagnosticano precocemente tumori, si curano patologie complesse grazie a tecnologie avanzate e personale altamente specializzato. E continuiamo a investire: quasi 19 milioni di euro tra ospedale e nuove strutture sanitarie sul territorio della Valdinievole per rispondere meglio ai bisogni delle persone”.
Però, i bambini nasceranno in altri ospedali.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono

(a cura di Mauro Lubrani)

La via di Damasco 

Fulco Pratesi (Roma, 6 settembre 1934 – Roma, 1º marzo 2025) è stato un ambientalista, giornalista e politico italiano, fondatore del WWF Italia

Fulco Pratesi, che ci ha lasciati poco tempo fa, decise all’improvviso di cambiare vita. In un unico momento scelse di mutare lavoro, ritmi, prospettiva sul mondo, e tutto grazie a una decisione presa in pochi minuti. Profondo e nitido come un solco nella terra, c’è nella sua biografia un limen vero e proprio, lo spartiacque di un prima e un poi. Pratesi non aveva ancora trent’anni: di mestiere faceva l’architetto, ma il suo cuore batteva per la caccia.
Girare il mondo con un fucile, uccidere animali, collezionare gesta di cui vantarsi come di trofei. Ecco cosa amava. Con uno di quei fucili era in viaggio attraverso la Turchia, quando attraversando una bellissima faggeta in Anatolia si imbatté in un branco di orsi: madre e tre cuccioli. Da quell’incontro rimase folgorato, sentendo subito che la visione lo avrebbe trasformato. Al ritorno, vendette i fucili e lasciò ogni impegno per dedicarsi totalmente a quella che aveva d’un tratto compreso essere la sua strada, e in genere, la strada. Proteggere gli animali, impegnarsi per salvaguardare la natura. Repentino, folgorante, il suo ravvedimento è come una conversione. Fu lui stesso, raccontando l’episodio tanto decisivo, a evocare la folgorazione avuta da Paolo sulla via di Damasco (Atti, 9, 3-7). La portata rivoluzionaria l’aveva ben chiara.
Lisa Ginzburg – Avvenire, 18 giugno 2025

Kimi Antonelli, un campione in cerca di “maturità”

La tenerezza, ma anche la serietà e la “normalità” con cui Kimi Antonelli (reduce dal primo podio in Formula Uno) ha affrontato la prova inaugurale dell’esame di maturità assieme ad altri 524.000 ragazzi italiani. “Malgrado gli impegni – ha detto una sua professoressa dell’istituto Salvemini di Casalecchio – non ha mai perso di vista nè la scuola, nè i compagni ed è stato presente quanto ha potuto, a volte arrivando in classe di corsa dall’aeroporto dopo una gara”.
Per la cronaca ha fatto il tema sul rispetto. Lo ha consegnato in circa 4 ore ma si è dichiarato abbastanza soddisfatto. “Certo, per la prova di inglese sono un po’ più rilassato”. Ora lo aspettano, nell’ordine, gli orali e… il Gran Premio d’Austria.
Marino Bartoletti, post su Facebook del 18 giugno 2025

Dal carcere alle vigne nell’isola di Gorgonia

È simbolo di speranza e libertà. Prende il nome dall’ultima isola-carcere d’Europa, ma sull’etichetta si sposa con quello di uno dei produttori italiani più famosi nel mondo. È un vino che nasce in un fazzoletto di terra di 200 ettari e colline alte 220 metri in mezzo al mar Tirreno, attraverso un progetto che non mira solo alla creazione di un prodotto di qualità, ma offre anche un’opportunità di riscatto sociale per i detenuti, che possono scontare la fine della loro pena lavorando nei vigneti. Si chiama Gorgona, e con il millesimato 2024, appena presentato, è arrivato alla 14esima vendemmia. Un vino che è anche un mondo intero.
L’idea ha preso forma nel 2012 dalla collaborazione tra Marchesi Francobaldi e l’Istituto Penitenziario dell’isola di Gorgona (al largo di Livorno) con un progetto nato per consentire ai detenuti di sviluppare abilità professionali con il lavoro. I detenuti hanno riportato a produzione un ettaro di vigneto sull’isola, a cui se ne sono aggiunti negli anni 1,3 piantati da Marchesi Frescobaldi. Fin dall’inizio l’obiettivo è stato di favorire il reinserimento nella società dei detenuti che possono scontare l’ultima parte della pena a contatto con la natura, sviluppando competenze professionali nel campo della viticoltura. Durante questo periodo è riconosciuto loro anche un adeguato stipendio, che, una volta tornati alla vita esterna dopo aver scontato la condanna, può rappresentare una base economica di partenza per il loro futuro. (Per leggere l’articolo completo clicca qui)
Alessandra Nardini – Corriere della Sera/Clima e ambiente, 18 giugno 2025

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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