Pages Navigation Menu

Le notizie della tua città

Ettore Mo, addio allo storico inviato di guerra che raccontava i suoi reportage a Montecatini

Ettore Mo, addio allo storico inviato di guerra che raccontava i suoi reportage a Montecatini

È morto Ettore Mo, giornalista, storico inviato di guerra del Corriere della Sera per oltre mezzo secolo e scrittore di numerosi libri suoi suoi viaggi e reportage in tutto il mondo. Aveva 91 anni. Lo ha annunciato il Corriere della Sera sul suo sito.
Più volte era stato uno degli ospiti di spicco degli “Incontri con l’autore” condotti da Faustina Tori. Domenica 12 settembre 2004, ad esempio, parlò del libro Kabul nel “salotto” degli “Incontri”, che in quell’anno furono ospitati nel Piazzale del Gambrinus. Scriveva parole che sembrano profetiche per le tragedie che caratterizzano i nostri giorni: “Basta con la guerra. E’ vero, la gente ne è stufa; ne ha fin sopra i capelli. Troppo sangue, troppi morti, troppi profughi, troppa fame, troppa miseria. Ma la pace non s’addice all’Afghanistan”. E noi aggiungiamo anche a tanti altri paesi caratterizzati da tragici conflitti.
Ettore Mo presentò a Montecatini l’altro libro “I dimenticati” e il 4 luglio 2007 “I fiumi” in occasione della 20a edizione degli “Incontri con l’autore”.

La carriera

Nato a Borgomanero nel 1932, Ettore Mo è stato tra gli inviati di punta del quotidiano di via Solferino per cui ha iniziato la carriera di giornalista all’inizio degli anni ‘60 nelle sede di Londra. Poi dalla fine degli anni ‘70 inizia la sua attività di corrispondente di guerra: dall’Iran all’Afghanistan, dalla Jugoslavia alla Cecenia, al Pakistan e all’India, ha raccontato con i suoi reportage i conflitti internazionali degli ultimi decenni e intervistato i maggiori protagonisti del secolo scorso.
Ritenuto uno dei maestri del giornalismo del Novecento, scrisse dai luoghi più difficili del mondo i suoi reportage di guerra, dall’Afghanistan in lotta con i russi, all’Iran dopo la rivoluzione khomeinista, alla Cecenia, al Pakistan, alla Jugoslavia, all’India, e ancora Nicaragua, Liberia, Messico, Cina, Cambogia, Cuba. Ettore Mo conobbe e intervistò i più importanti personaggi del secolo scorso.  
Così lo ha ricordato Lorenzo Cremonesi sul “suo” Corriere della Sera: “Detestava i sotterfugi, le scorciatoie, i furbetti che dicono di essere arrivati prima sul luogo della storia e invece se la inventano di sana pianta aggiungendo di fantasia, copiando dalle agenzie comodamente seduti nellecamere di albergo. Scriveva con i suoi ritmi, odiava la fretta dello scoop, ma poi, quando arrivava il suo articolo, capivi che era fatto di cose viste e vissute, condito di particolari inaspettati, magari contradditori, però veri, onesti, indubbiamente verificati di persona. E si arrabbiava quando in Direzione non ascoltavano le sue proposte, protestava a modo suo, irrompeva nella sala della riunione di redazione a sottolineare l’urgenza di andare, partire, recarsi sui posti per raccontare. Non gli importavano i soldi, le sue note spese erano sempre in ritardo e carenti, certamente non faceva “creste”, anzi, semmai metteva del suo, perché per lui il giornalismoe soprattutto il mestiere di inviato non era una professione come le altre, ma una sorta di missione, d’impegno totale e totalizzante al servizio del giornale, ma soprattutto del lettore e della necessità inderogabile di testimoniare”.

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi