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MARZO 2006

      Personaggi
        A 30 anni dalla scomparsa viene ricordato l'illustre professore - direttore sanitario delle Terme
     Scalabrino e gli anni d'oro di Montecatini

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Luca de Simone

L'Accademia d'Arte ha reso omaggio al suo fondatore, Dino Scalabrino, con una serata di letture, testimonianze e immagini che ne hanno evocato l'instancabile operato. Il Museo nacque infatti nel 1963 dalla sua intuizione di accogliere le opere d'arte offerte a titolo gratuito - come omaggio o donazione da collezionisti, artisti, visitatori e galleristi di passaggio nella cittadina - , in una sorta di «mecenatismo ala rovescia» che fu poi la caratteristica della collezione. Dino Scalabrino per un quarto di secolo è stato, nella doppia veste di direttore sanitario delle terme e di direttore dell'Azienda autonoma di cura e soggiorno, il personaggio-simbolo della Montecatini nel massimo splendore del termalismo. Puntò sul turismo d'alto livello facendo di Montecatini una delle località preferite del jet-set mondiale: a "passare le acque" arrivarono infatti Grace e Ranieri di Monaco, i re e i principi di Svezia, Danimarca, Olanda, Lussemburgo e re Ibn Saud con la sua corte, arrivò anche lo Scià di Persia. Indimenticato, poi, è rimasto il ricordo dell'annuale galà di Settembre alle Panteraie, il cui ricavato andava proprio all'Accademia.
Dino Scalabrino nacque a Montecatini il 31 maggio 1908, dove il padre Alberto, che fu tra i fondatori del Pronto soccorso, si era trasferito per avere vinto il concorso di medico condotto. La famiglia è di origini siciliane.
Scalabrino per un quarto di secolo fu il personaggio-simbolo della Montecatini nel massimo splendore del termalismo. È il tempo dei re e dei divi di Hollywood che si alternano negli eleganti alberghi. Il professor Scalabrino è il protagonista di quel periodo irripetibile, dalla fine degli anni '40 al 1974 (anno della sua morte), nella doppia veste di direttore sanitario delle terme e di direttore dell'Azienda autonoma di cura e soggiorno.
Morì alle 4 del 15 aprile 1974 nella sua casa di via Magenta, dopo essere stato fino all'ultimo istante al suo posto di lavoro. Pochi giorni prima, aveva guidato l'assemblea dei soci dell'Accademia d'arte ed aveva compiuto un sopralluogo ai lavori in corso per l'ampliamernto del sottosuolo. Lo stesso giorno aveva ricevuto clienti nel suo studio medico ed era stato alla palazzina delle Terme.
La sua "scalata" alla guida della Montecatini turistico-termale era iniziata appena dopo la dura esperienza della guerra. Si era salvato a stento sul fronte russo, dove aveva partecipato come ufficiale di complemento degli alpini con la divisione Julia, guadagnandosi una croce al merito di guerra ed un encomio solenne sul campo di Postojali. Aveva trascorso la convalescenza nell'ospedale militare allestito alla Locanda Maggiore.
Alle Terme fu avvicinato dal padre Alberto, quando era ancora studente a Bologna, che lo presentò al professor Mariano Messini nell'istituto di ricerche di Montecatini, istituito nel 1931 su proposta del professor Frugoni, e diretto allora dal patologo generale di Milano, accademico P. Rondoni. Dino Scalabrino effettuò nel centro studi, prima come allievo interno e, dopo il 1934, come medico, varie ricerche sugli effetti delle acque termali. Fu assistente in clinica medica a Bologna e poi a Firenze, dove esercitò la libera docenza dal 1951.
Nel 1948 Scalabrino fu nominato direttore sanitario delle terme, incarico che in precedenza era stato ricoperto da altri illustri clinici: Fedeli, Grocco, Queirolo, Frugoni, Messini. Incarico che successivamente è stato ricoperto da suo figlio Alberto. Fu anche consigliere di amministrazione della società delle Terme dal 1958 al 1967. Erano gli anni d'oro del termalismo, caratterizzati dai congressi della Camera dei medici di Germania e Austria, che si protrarranno per decenni. Scalabrino pubblicò una cinquantina di lavori di medicina e di idrologia con particolare riguardo alle applicazioni terapeutiche delle acque salso-solfato-alcaline.
Così lo ricordò il professor Messini, poche settimane dopo la morte, durante l'inaugurazione della 17a edizione delle Giornate mediche: "Scalabrino si dedicò ininterrottamente alla sua città, che profondamente amava e lo fece con straordinaria, intensa continuità, con sagaci e importanti iniziative e proficui risultati. Dette tutta la sua opera, anche con una diretta partecipazione, all'attività promozionale delle Terme in varie regioni italiane e all'estero. Seppe iniziare e mantenere stretti e importanti rapporti con molti paesi stranieri, per la sempre più diffusa conoscenza e il sempre maggiore incremento di Montecatini. Particolarmente rilevanti i congressi internazionali di aggiornamento per medici di lingua tedesca, di cui quest'anno dal 26 maggio all'8 giugno si svolgerà la 12a edizione. La medicina italiana, il turismo, le terme di Montecatini hanno perduto con Dino Scalabrino una incomparabile guida". E si trattava di congressi scientifici di rilevanza internazionale per la presenza di premi Nobel (come Daniel Bovet, tanto per citarne uno) o di personaggi della medicina come Pietro Valdoni, Cesare Frugoni, Nicola Pende per finire agli idrologi di fama mondiale.
Dal 1960, come presidente dell'Azienda di cura, istituita il 25 aprile 1929, Scalabrino puntò sul turismo d'alto livello e dà vita alla manifestazione filatelica Europa a Montecatini, in grado attirare appassionati da tutto il continente. Allaccia rapporti con le città della Costa Azzurra e questo gemellaggio farà di Montecatini una delle piazze preferite del jet-set mondiale. Non a caso a "passare le acque" arrivano Grace e Ranieri di Monaco, addiruttura la prima volta in viaggio di nozze e prima di arrivare in Vaticano dove saranno ricevuti dal capo. Alle terme Tettuccio si ritrovavano per cura i re e i principi di Svezia, Danimarca, Olanda, Lussemburgo: re Ibn Saud con la sua corte da mille e una notte; arriva anche lo Scià di Persia, che affida alle cure delle acque la speranza di una sua guarigione da una grave malattia. Montecatini ospita anche i duchi di Windsor, Rose Kennedy e per tutto il riferimento costante e continuo è lui, il professor Scalabrino.
Nella commemorazione di qualche giorno dopo, affidata al cav. Liano Lorenzi, consigliere delegato e rappresentante dell'Ente per il turismo, fu sottolineato che le qualità più importanti di Scalabrino erano "la volontà di fare, di fare, di fare e un'indiscutibile onestà di intenti nel più nobile disinteresse personale, la signorile modestia dei modi. Tutto questo faceva del professor Scalabrino il presidente per eccellenza, il presidente per vocazione, il presidente per elezione, qualunque sia stato il sodalizio di cui era socio, uno di quei rari presidenti che sanno presiedere, sanno dirigere, sanno eseguire. E ad questo si aggiunga anche l'essere un meticoloso, quanto sicuro e paziente organizzatore". Indimenticato è rimasto il ricordo dell'annuale galà di Settembre alle Panteraie, il cui ricavato andava all'Accademia d'arte.
Al suo nome è legata l'Accademia d'arte - a lui intitolata il 24 giugno 1974- che ebbe la prima sede nel 1964 a La Fortuna, poi a Villa Perrotta e infine a Villa delle Ortensie dal 29 ottobre 1970. Il museo, con pregevoli opere di artisti di fama che di Scalabrino erano amici, fu visitato anche dai Presidenti del Consiglio Emilio Colombo e Giulio Andreotti.
Nella "sua" Accademia, a circa due mesi dalla scomparsa, venne ricordato alla presenza di numerose autorità. Il ministro Togni affermò che "Dino Scalabrino era un uomo straordinario: per la poliedricità del suo ingegno, per la varietà delle sue attitudini, per il suo altruismo e per il suo interesse. Ma alla base di tutte le sue virtù c'era un amore sconfinato per la sua Montecatini: nato a Montecatini visse fino all'ultimo suo giorno a Montecatini e per Montecatini, che sognava sempre più bella, sempre più grande, sempre più famosa in Italia e nel mondo. Le sue armi non furono soltanto quelle della scienza e della cultura, ma anche e soprattutto quelle della bontà, dell'umanità, della saggezza di saper vivere onestamente e civilmente, anche in un mondo agitato, diviso e tormentato".
Fondò il Lions Club, fra i primi dieci in Italia, di cui fu presidente per due volte in epoche diverse, vicegovernatore del Distretto, rifiutando più tardi il maggiore incarico. Diventò anche presidente della locale squadra di calcio.
È amico di importanti uomini politici e viene ormai identificato con il "marchio" dell'alta qualità montecatinese, tanto che il Presidente della Repubblica francese, Renè Coty, gli conferì addirittura la Legion d'Onore. Un raro e giusto riconoscimento per un uomo che merita la riconoscenza di tutti i montecatinesi di ieri e di oggi.

 

 

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