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di Torello Lotti
Clinica dermatologica
Università di Firenze
Si
chiama BIOSKIN® la microfototerapia di ultima
generazione per la cura e il trattamento della
vitiligine.
E' di antica constatazione che la terapia della vitiligine
trae benefici dall'esposizione solare, anche se questa
irradiazione comporta spesso eritema e talvolta ustioni vere
e proprie. Le motivazioni per le quali le radiazioni
luminose costituiscono un momento importante della terapia
della vitiligine, non sono ancora del tutto chiarite.
Sono tuttavia innegabili due dei principali effetti
dell'irrradiazione solare della cute: la pigmentazione
melanocitaria e l'immunodepressione locale.
E' considerata come determinante l'azione combinata della
diminuzione della risposta immune locale (a cui si deve
l'ipotesi patogenica ancora ad oggi più valida) e
della fotostimolazione melanocitaria che determinerebbe la
rinascita/amplificazione dei melanociti cutanei residui
(perifollicolari) ripristinando il naturale colorito nella
zona acromica affetta da vitiligine assai più delle
altre radiazioni ultraviolette, principalmente grazie alle
peculiari azioni dirette e indirette sul sistema immunitario
cutaneo.
Cos'è la MICROFOTOTERAPIA BIOSKIN®?
Le tecniche fototerapiche a tutt'oggi esistenti trattano
globalmente le superfici e corporea anche quando la zona
affetta ne costituisce un'esigua minoranza.
La motivazione di questa pratica è sconosciuta e non
trova riscontro in letteratura un suo beneficio rispetto
all'irradiazione delle singole aree affette. Poter trattare
esclusivamente le aree affette presenta molti vantaggi:
Riduce la dose totale d'esposizione del soggetto alle
radiazioni ultraviolette B in maniera proporzionale alla
quantità di superficie affetta, diminuendo
enormemente il rischio di sviluppare neoplasie cutanee sia
melanocitarie sia non;
Non incrementa il contrasto cromatico fra la cute sana e
vitiligoidea. Con le consuete tecniche fototerapiche la cute
circostante una chiazza vitiligoidea va, infatti, incontro a
normale pigmentazione aumentando la visibilità delle
chiazze e il disturbo che ne deriva;
Permette di differenziare intensità e quantità
totale di radiazioni UVB a seconda della regione corporea
trattata. Per esempio, le mani necessitano di una
quantità di radiazione elettromagnetica ultravioletta
assai maggiore delle palpebre per ripigmentare. Con una
normale fototerapia l'intensità massima è
limitata a quella tollerata dall'area più sensibile
(solitamente le palpebre). Il nuovo approccio alla
fototerapia della vitiligine denominato MICROFOTOTERAPIA
BIOSKIN® è effettuato grazie ad
un'apparecchiatura computerizzata, la quale è capace
di irradiare superfici cutanee affette da vitiligine con
dosaggi ben definiti di radiazioni UVB a banda stretta,
evitando l'irradiazione di aree cutanee non affette,
somministrando dosi minori alle aree più
sensibili.
La risposta alla terapia BIOSKIN®
La risposta in termini di ripigmentazione si osserva
solitamente entro 3-4 mesi dall'inizio della terapia,
attraverso la comparsa di punteggiatura melanica di diametro
variabile da 0,1 a 5 mm in corrispondenza, di regola, degli
osti follicolari piliferi. Solitamente la punteggiatura
tende ad allargarsi e il confluire dei singoli punti fra
loro ridona il colore della cute sana circostante. Questo
processo risulta particolarmente evidente in aree provviste
di una densità pilifera elevata. Laddove invece la
densità Pilifera è più modesta si nota
che le chiazze diminuiscono di diametro e a volte si
colorano in modo piuttosto uniforme, lasciando intuire una
ripigmentazione a partenza dei bordi delle stesse chiazze. I
risultati clinici sono misurati attraverso un confronto
fotografico della cute del paziente ad intervalli regolari
di tempo (solitamente ogni mese). Eseguire una fotografia di
un paziente affetto da vitiligine non sempre è cosi
facile, poiché la discromia è di regola
evidente solo in pazienti con fototipo scuro o durante la
stagione estiva. Per effettuare quindi una rilevazione
accurata della grandezza delle chiazze è necessario
utilizzare un sistema di luci che aumentino artificiosamente
il contrasto fra cute sana e cute vitiligoidea. A tutt'oggi
sistema migliore consiste nell'illuminazione della
superficie con luce di Wood. Questa luce ultravioletta
è, infatti, capace di rendere fluorescente la
tetraidrobiopterina presente un'alta quantità
nelle chiazze vitiligoidee. Grazie a questa tecnica risulta
quindi agevole confrontare le condizioni cliniche della cute
del paziente anche di fototipo I (di Fitzpatrick) e in
qualsiasi periodo dell'anno, indipendentemente
dall'intensità della pigmentazione della cute non
affetta.
E' la risposta che oltre 700 mila italiani colpiti da
vitiligine hanno trovato.
Si chiama BIOSKIN® ed è un sistema computerizzato
di MICROFOTOTERAPIA di ultima generazione composto da un
generatore di raggi UVB a banda stretta, i quali vengono
veicolati da una particolarissima fibra ottica che
microdosando il fascio di luce ultravioletta con cui
stimolare le chiazze cutanee biancastre.
Spesso liquidata come un problema cosmetico di scarsa
rilevanza per la salute, la vitiligine è invece una
sindrome che condiziona la qualità di vita.
Non si conosce con sicurezza l'origine della malattia, forse
è una patologia autoimmune: il sistema immunitario va
in tilt e aggredisce i melanociti, le cellule che producono
melanina.
Su di un numero molto vasto di pazienti si è visto
che il meccanismo s'innesca dopo traumi fisici o emotivi,
come una gravidanza, un lutto una separazione, un incidente
stradale o un evento stressante.
Ma c'entrano anche i geni, visto che in certe famiglie la
vitiligine colpisce oltre un terzo dei componenti.
Fino a poco tempo fa l'unico trattamento era costituito da
corticosteroidi e irradiazione con raggi ultravioletti A e B
ad alte dosi, associato a farmaci psoralenici. Ma con
effetti collaterali importanti quali, aumento del rischio di
melanoma, invecchiamento della pelle e maggiore risalto
delle macchie perché anche tutto il restante apparato
cutaneo si scuriva.
Inconvenienti che il BIOSKIN® ha risolto.
Il raggio di luce fredda, con un picco massimo di 311
nanometri, tramite la fibra ottica viene focalizzato
direttamente sulla macchia e va a stimolare i melanociti
"addormentati"; il programma computerizzato consente infine
di variare intensità e durata della radiazione.
Gli ultimi dati della ricerca scientifica relativi alla
terapia BIOSKIN® sono stati rilevati su 526 pazienti e i
risultati, analizzati da tre équipe di dermatologi
dell'università di Firenze, Siena e Praga, saranno
pubblicati sull'International Journal of
Immunopathology and Pharmacology.
Torello Lotti dermatologo all'università di Firenze,
che ha coordinato lo studio commenta: "dopo due anni di
trattamento, 366 pazienti hanno ottenuto una ripigmentazione
delle chiazze del 75-100 per cento; 113 una ripigmentazione
del 50-75 per cento e 47 meno del 50 per cento". Il
trattamento BIOSKIN® ha una durata complessiva variabile
secondo l'estensione delle aree affette e della risposta
individuale. Esistono condizioni di risposta relativamente
costanti per ogni paziente: il volto, l'inguine, le ascelle,
i genitali, il collo, il seno e le cosce sono le regioni che
per prime si ripigmentano, mentre le zone acroposte delle
mani e dei piedi impiegano di regola una maggior
quantità di tempo.
A differenza di altre terapie basate sull'utilizzo degli
UVB, BIOSKIN® non provoca alcun effetto collaterale,
quale bruciore ustione o eritema, né durante il
trattamento né nei giorni successivi La terapia
variabile da caso a caso, prevede un protocollo iniziale di
tre sedute da eseguirsi nella stessa mattinata o pomeriggio
e una / due sedute il mese a secondo della
vastità delle aree interessate per 12/ 24 mesi. Ogni
paziente dispone di un programma personalizzato. La
quantità di radiazioni assorbite è
inferiore anche di 1000 volte rispetto a quella assorbita
con il trattamento con lampade total body. Inoltre non si
hanno eritemi, ustioni o prurito, e il dosaggio è
differenziato sulle parti più sensibili( palpebre,
viso, genitali).
Indicazioni e controindicazioni
Innanzitutto, gli autori confermano in questa ampia ricerca
l'efficacia e la sicurezza della terapia BIOSKIN®.
La terapia BIOSKIN® è particolarmente
indicata in soggetti affetti da vitiligine segmentale e in
pazienti affetti da vitiligine simmetrica bilaterale Non
sono stati notati nei 526 pazienti effetti avversi né
locali né sistematici. In generale è invece
assai rischioso l'uso della PUVA terapia, che sembra
aumentare il rischio di melanoma di cinque volte, piuttosto
che la semplice fototerapia UVB. La MICROFOTOTERAPIA
BIOSKIN® viene, infatti, eseguita solo sulle aree
vitiligoidee e ripetuta ogni 3-4 settimane anziché 3
volte la settimana come le comuni fototerapie. Per
quanto concerne le controindicazioni devono essere esclusi
dal trattamento BIOSKIN®® i soggetti affetti da
malattie con sensibilità attinica (lupus eritematoso,
xeroderma pigmentosum, porfirie, affezioni virali cutanee in
fase acuta ecc.), ma anche soggetti che sono
sottoposti a terapie farmacologiche sistemiche o topiche con
sostanze fotosensibililzzanti o comunque chimicamente
instabili ai raggi ultravioletti. La MICROFOTOTERAPIA
BIOSKIN® è quindi di facile esecuzione ed
efficace nella ripigmentazione di aree affette da
vitiligine.
Per informazioni chiamare il Numero Verde:
800-553979
Per ulteriori e approfondite informazioni collegati al sito
www.vitiligine
com

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