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                         MARZO 2003

      Salute
        Novità di ultima generazione con la microfototerapia
     Cure all'avanguardia per la vitiligine

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di Torello Lotti

Clinica dermatologica
Università di Firenze
Si chiama BIOSKIN® la microfototerapia di ultima generazione per la cura e il trattamento della vitiligine.
E' di antica constatazione che la terapia della vitiligine trae benefici dall'esposizione solare, anche  se questa irradiazione comporta spesso eritema e talvolta ustioni vere e proprie. Le motivazioni per le quali le radiazioni luminose costituiscono un momento importante della terapia della vitiligine, non sono ancora del tutto chiarite.
Sono tuttavia innegabili due dei principali effetti dell'irrradiazione solare della cute: la pigmentazione melanocitaria e l'immunodepressione locale.
E' considerata come determinante l'azione combinata della diminuzione della risposta immune locale (a cui si deve l'ipotesi patogenica ancora ad oggi più valida) e della fotostimolazione melanocitaria che determinerebbe la rinascita/amplificazione dei melanociti cutanei residui (perifollicolari) ripristinando il naturale colorito nella zona acromica affetta da vitiligine assai più delle altre radiazioni ultraviolette, principalmente grazie alle peculiari azioni dirette e indirette sul sistema immunitario cutaneo.
Cos'è la MICROFOTOTERAPIA  BIOSKIN®?
Le tecniche fototerapiche a tutt'oggi esistenti trattano globalmente le superfici e corporea anche quando la zona affetta ne costituisce un'esigua minoranza.
La motivazione di questa pratica è sconosciuta e non trova riscontro in letteratura un suo beneficio rispetto all'irradiazione delle singole aree affette. Poter trattare esclusivamente le aree affette presenta molti vantaggi:
Riduce la dose totale d'esposizione del soggetto alle radiazioni ultraviolette B in maniera proporzionale alla quantità di superficie affetta, diminuendo enormemente il rischio di sviluppare neoplasie cutanee sia melanocitarie sia non;
Non incrementa il contrasto cromatico fra la cute sana e vitiligoidea. Con le consuete tecniche fototerapiche la cute circostante una chiazza vitiligoidea va, infatti, incontro a normale pigmentazione aumentando la visibilità delle chiazze e il disturbo che ne deriva;
Permette di differenziare intensità e quantità totale di radiazioni UVB a seconda della regione corporea trattata. Per esempio, le mani necessitano di una quantità di radiazione elettromagnetica ultravioletta assai maggiore delle palpebre per ripigmentare. Con una normale fototerapia l'intensità massima è limitata a quella tollerata dall'area più sensibile (solitamente le palpebre). Il nuovo approccio alla fototerapia della vitiligine denominato MICROFOTOTERAPIA BIOSKIN® è effettuato grazie ad un'apparecchiatura computerizzata, la quale è capace di irradiare superfici cutanee affette da vitiligine con dosaggi ben definiti di radiazioni UVB a banda stretta, evitando l'irradiazione di aree cutanee non affette, somministrando dosi minori alle aree più sensibili.
La risposta alla terapia BIOSKIN®
La risposta in termini di ripigmentazione si osserva solitamente entro 3-4 mesi dall'inizio della terapia, attraverso la comparsa di punteggiatura melanica di diametro variabile da 0,1 a 5 mm in corrispondenza, di regola, degli osti follicolari piliferi. Solitamente la punteggiatura tende ad allargarsi e il confluire dei singoli punti fra loro ridona il colore della cute sana circostante. Questo processo risulta particolarmente evidente in aree provviste di una densità pilifera elevata. Laddove invece la densità Pilifera è più modesta si nota che le chiazze diminuiscono di diametro e a volte si colorano in modo piuttosto uniforme, lasciando intuire una ripigmentazione a partenza dei bordi delle stesse chiazze. I risultati clinici sono misurati attraverso un confronto fotografico della cute del paziente ad intervalli regolari di tempo (solitamente ogni mese). Eseguire una fotografia di un paziente affetto da vitiligine non sempre è cosi facile, poiché la discromia è di regola evidente solo in pazienti con fototipo scuro o durante la stagione estiva. Per effettuare quindi una rilevazione accurata della grandezza delle chiazze è necessario utilizzare un sistema di luci che aumentino artificiosamente il contrasto fra cute sana e cute vitiligoidea. A tutt'oggi sistema migliore consiste nell'illuminazione della superficie con luce di Wood. Questa luce ultravioletta è, infatti, capace di rendere fluorescente la tetraidrobiopterina  presente un'alta quantità nelle chiazze vitiligoidee. Grazie a questa tecnica risulta quindi agevole confrontare le condizioni cliniche della cute del paziente anche di fototipo I (di Fitzpatrick) e in qualsiasi periodo dell'anno, indipendentemente dall'intensità della pigmentazione della cute non affetta.
E' la risposta che oltre 700 mila italiani colpiti da vitiligine hanno trovato.
Si chiama BIOSKIN® ed è un sistema computerizzato di MICROFOTOTERAPIA di ultima generazione composto da un generatore di raggi UVB a banda stretta, i quali vengono veicolati da una particolarissima  fibra ottica che microdosando il fascio di luce ultravioletta con cui stimolare le chiazze cutanee biancastre.
Spesso liquidata come un problema cosmetico di scarsa rilevanza per la salute, la vitiligine è invece una sindrome che condiziona la qualità di vita.
Non si conosce con sicurezza l'origine della malattia, forse è una patologia autoimmune: il sistema immunitario va in tilt e aggredisce i melanociti, le cellule che producono melanina.
Su di un numero molto vasto di pazienti si è visto che il meccanismo s'innesca dopo traumi fisici o emotivi, come una gravidanza, un lutto una separazione, un incidente stradale o un evento stressante.
Ma c'entrano anche i geni, visto che in certe famiglie la vitiligine colpisce oltre un terzo dei componenti.
Fino a poco tempo fa l'unico trattamento era costituito da corticosteroidi e irradiazione con raggi ultravioletti A e B ad alte dosi, associato a farmaci psoralenici. Ma con effetti collaterali importanti quali, aumento del rischio di melanoma, invecchiamento della pelle e maggiore risalto delle macchie perché anche tutto il restante apparato cutaneo si scuriva.
Inconvenienti che il BIOSKIN® ha risolto.
Il raggio di luce fredda, con un picco massimo di 311 nanometri, tramite la fibra ottica viene focalizzato direttamente sulla macchia e va a stimolare i melanociti "addormentati"; il programma computerizzato consente infine di variare intensità e durata della radiazione.
Gli ultimi dati della ricerca scientifica relativi alla terapia BIOSKIN® sono stati rilevati su 526 pazienti e i risultati, analizzati da tre équipe di dermatologi dell'università di Firenze, Siena e Praga, saranno pubblicati sull'International Journal of Immunopathology  and Pharmacology.
Torello Lotti dermatologo all'università di Firenze, che ha coordinato lo studio commenta: "dopo due anni di trattamento, 366 pazienti hanno ottenuto una ripigmentazione delle chiazze del 75-100 per cento; 113 una ripigmentazione del 50-75 per cento e 47 meno del 50 per cento". Il trattamento BIOSKIN® ha una durata complessiva variabile secondo l'estensione delle aree affette e della risposta individuale. Esistono condizioni di risposta relativamente costanti per ogni paziente: il volto, l'inguine, le ascelle, i genitali, il collo, il seno e le cosce sono le regioni che per prime si ripigmentano, mentre le zone acroposte delle mani e dei piedi impiegano di regola una maggior quantità di tempo.
A differenza di altre terapie basate sull'utilizzo degli UVB, BIOSKIN® non provoca alcun effetto collaterale, quale bruciore ustione o eritema, né durante il trattamento né nei giorni successivi La terapia variabile da caso a caso, prevede un protocollo iniziale di tre sedute da eseguirsi nella stessa mattinata o pomeriggio e una / due sedute il  mese a secondo della vastità delle aree interessate per 12/ 24 mesi. Ogni paziente dispone di un programma personalizzato. La quantità  di radiazioni assorbite è inferiore anche di 1000 volte rispetto a quella assorbita con il trattamento con lampade total body. Inoltre non si hanno eritemi, ustioni o prurito, e il dosaggio è differenziato sulle parti più sensibili( palpebre, viso, genitali).
Indicazioni e controindicazioni
Innanzitutto, gli autori confermano in questa ampia ricerca l'efficacia e la sicurezza della terapia BIOSKIN®.
La terapia BIOSKIN®  è particolarmente indicata in soggetti affetti da vitiligine segmentale e in pazienti affetti da vitiligine simmetrica bilaterale Non sono stati notati nei 526 pazienti effetti avversi né locali né sistematici. In generale è invece assai rischioso l'uso della PUVA terapia, che sembra aumentare il rischio di melanoma di cinque volte, piuttosto che la semplice fototerapia UVB. La MICROFOTOTERAPIA BIOSKIN® viene, infatti, eseguita solo sulle aree vitiligoidee e ripetuta ogni 3-4 settimane anziché 3 volte la  settimana come le comuni fototerapie. Per quanto concerne le controindicazioni devono essere esclusi dal trattamento BIOSKIN®® i soggetti affetti da malattie con sensibilità attinica (lupus eritematoso, xeroderma pigmentosum, porfirie, affezioni virali cutanee in fase  acuta ecc.), ma anche soggetti che sono sottoposti a terapie farmacologiche sistemiche o topiche con sostanze fotosensibililzzanti o comunque chimicamente instabili ai raggi ultravioletti. La MICROFOTOTERAPIA BIOSKIN® è quindi di facile esecuzione ed efficace nella ripigmentazione di aree affette da vitiligine.

Per informazioni chiamare il  Numero Verde: 800-553979
Per ulteriori e approfondite informazioni collegati al sito
www.vitiligine com

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