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LUGLIO 2008

      Personaggi
        Veniva a passare le acque Montecatini, che lo ha ricordato con un concerto a 50 anni dalla morte
     Beniamino Gigli, la voce del popolo

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Luca Lubrani

L o scorso anno ricorreva un doppio triste anniversario per il mondo della musica: i 50 anni della morte di Arturo Toscanini e di Beniamino Gigli (a cui Montecatini ha recentemente dedicato un concerto), due miti ed anche due assidui frequentatori di Montecatini e delle Terme.
Beniamino Gigli (Recanati, 20 marzo 1890 &endash; Roma, 30 novembre 1957), figlio di un calzolaio che faceva anche il campanaro del Duomo, mostrò subito grandi attitudini per il canto e fu accolto nel Coro dei Pueri Cantores della Cattedrale. Fino ai 17 anni fece vari mestieri per vivere. Cominciò a studiare canto con il maestro Quirino Lazzarini, organista e direttore del Coro della Santa Casa di Loreto, dopodiché, vincendo nel 1911 un concorso per una borsa di studio, si poté iscrivere a Roma al Liceo musicale di Santa Cecilia sotto la guida di Enrico Rosati.
E' stato un tenore di fama internazionale, uno dei più celebri cantanti d'opera del XX secolo. Dotato di una voce tenorile di rara estensione. Gigli fece il suo debutto nel ruolo di Enzo nella Gioconda di Amilcare Ponchielli al Teatro Sociale di Rovigo il 15 ottobre 1914, dopo aver vinto un altro concorso di canto a Parma. Da lì la carriera di Beniamino Gigli fu tutta in ascesa, portandolo ad interpretare pressoché tutti i principali ruoli tenorili dell'opera.
Nel novembre del 1918 cantò al Teatro alla Scala di Milano in Mefistofele di Arrigo Boito, sotto la direzione di Arturo Toscanini. Il 26 novembre 1920 esordì al Teatro Metropolitan di New York, di nuovo nel Mefistofele. Seguirà Andrea Chénier di Umberto Giordano, che canterà per 11 stagioni consecutive, il Rodolfo della Bohème di Giacomo Puccini, L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti e altri successi. Rimase incontrastato protagonista al Metropolitan per 12 anni, succedendo come rappresentante della tradizione italiana al mitico Enrico Caruso (chiamato spesso "Caruso Secondo", l'artista preferiva essere considerato "Gigli Primo").
Il suo repertorio fu vastissimo: oltre 60 opere liriche tra il leggero, spinto, drammatico, ed inoltre brani sacri, romanze e canzoni napoletane, stornellate, inni e canzonette di ogni provenienza. Non per niente fu chiamato "Il cantore del popolo". La sua carriera durò oltre quarant'anni e si concluse col clamoroso e strepitoso concerto di addio alla Constitution-Hall di Washington il 25 maggio 1955.
Portò in tutto il mondo le canzoni "Non ti scordar di me", "Mamma" e "O sole mio".
E' stato l'artista più apprezzato della sua generazione, il più applaudito e senz'altro il più amato. La sua preziosa voce è stata al servizio della beneficenza: sono oltre mille gli spettacoli donati per il mondo. La sua voce ha procurato milioni per i poveri di ogni paese, ha allietato i bimbi nelle scuole, nelle carceri, ha lenito dolori negli ospedali. «L'episodio più memorabile - ha più volte raccontato lo stesso cantante -, tuttavia, si svolse a Francoforte, dove ricevetti una lettera da un ragazzo italiano che mi implorava di visitare suo padre all'ospedale. Quel vecchio italiano, che aveva vissuto tanti anni a Francoforte, importando aranci e limoni, aveva avuto le due gambe amputate due giorni prima e stava morendo. Andai all'ospedale e mi sedetti al suo capezzale. Egli mi chiese di cantare una nota appena. Cantai tutto lo "Spirito gentil" della Favorita. Grazie, mi disse, adesso posso morire felice».
Gigli devolse notevoli somme ai sinistrati del Polesine e dell'Olanda, per gli italiani d'America e per la Croce Rossa Internazionale.
Il cantante fu anche un assiduo frequentatore di Montecatini, quasi ogni anno, dai primi negli anni Trenta, all'ultima vacanza avvenuta nella primavera del 1949. Credeva fermamente negli effetti rigenerativi delle cure termali e poi aveva la possibilità di incontrarsicon tanti altri personaggi del mondo musicale italiano.
E' rimasto memorabile un suo concerto alle Terme Tettuccio con lo Stabile del Maggio musicale fiorentino che ebbe un imprevisto seguito. Dopo il trionfale successo, Gigli, rientrato nell'albergo che lo ospitava e appreso che il proprietario non aveva potuto ascoltarlo, improvvisò, per lui e per gli altri ospiti, la canzone Solo per te. Lucia e la folla in delirio lo portò in spalla fin sulla terrazza del viale IV Novembre.
Un'altra volta, mentre si trovava in camera dell'albergo Columbia a fare vocalizzi, richiamò, a finestra aperta, l'attenzione dei passanti, che lo chiamarono a gran voce. Gigli, dalla finestra del secondo piano dell'albergo, cantò per tutti dal Barbiere di Siviglia, la romanza Ecco ridente in ciclo, con un implicito riferimento alla tardiva aurora montecatinese. Decine di persone si affollarono sotto la finestra per ascoltarlo in religioso silenzio.
Gigli girò 16 film, con Alida Valli, Isa Miranda, Maria Cebotari e altre interpreti famose.
Fu anche uno dei più mirabili interpreti della canzone napoletana, avvalendosi per questo tipo di musica della collaborazione del maestro Ernesto de Curtis. Si ricorda la sua partecipazione al film Carosello napoletano di Ettore Giannini (1953) dove cantò splendidamente "O sole mio", "Funiculi' funicula'", "Voce 'e notte" e "Marechiare".
Morì a Roma poco dopo mezzogiorno del 30 novembre 1957 nella sua villa in via Serchio, stroncato da un attacco di broncopolmonite, aveva 67 anni.
Il male ebbe ragione del suo fisico in soli due giorni. La piazza antistante il Teatro dell'Opera di Roma è intitolata al suo nome.

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