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DICEMBRE 2006

      Cultura
        A Firenze la rassegna che celebra il 180° anniversario della nascita di Carlo Lorenzinbi, l'autore di Pinocchio
    Una mostra per celebrare Collodi

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Luca de Simone

Una grande mostra, per rendere omaggio a Carlo Lorenzini nel 180 anniversario della nascita (avvenuta il 24 novembre 1826 a Firenze) del padre del il burattino più amato e conosciuto al mondo. Un'esposizione che ha girato in lungo e in largo nel lontano Giappone prima di arrivare, riveduta e corretta, nelle sale della Galleria d'Arte moderna di Palazzo Pitti.
A distanza di 180 anni, la soprintendenza fiorentina, grazie al contributo dell'editore Giunti ed Axa Art Italia, ha deciso di celebrare Collodi e il suo famoso burattino, con la mostra
C'era una volta... Pinocchio a Palazzo Pitti - Da Paggi a Giunti disegni e libri del suo editore, in programma fino al 25 marzo 2007. Curata da Monica Bietti, l'esposizione ripercorre la fortuna del racconto attraverso le edizioni storiche e gli illustratori che, a partire dalla prima edizione del 1883, lavorarono prima per Paggi, poi per Bemporad, quindi per Marzocco, fino ad arrivare a Giunti.
Il racconto espositivo parte dal 1880, quando furono pubblicati i primi due capitoli di
La storia di un burattino sul Giornale per i bambini, supplemento del Fanfulla (diretto da Ferdinando Martini), per arrivare al centenario del 1981, attraverso illustrazioni esposte per la prima volta in Italia, affiancate da dipinti, balocchi d'epoca, sculture e perfino un teatrino dei burattini.
Troviamo così il ritratto a caricatura di Lorenzini fatto da Angiolo Tricca, la Firenze vista dai tetti di Hollaender, il racconto dei nonni di Silvestro Lega e di Arturo Faldi, i bambini borghesi di Odoardo Borrani e Giovanni Boldini, i paesaggi campestri e le marine di Giovanni Fattori, di Luigi Bechi, dei Gioli, del Signorini. Elia Volpi, con la bimba di fronte alla vetrina di un negozio. Unica eccezione non italiana,i libri illustrati giapponesi del 1920, che testimoniano l'idea originale della mostra, portata in Giappone dal marzo 2004 al marzo 2005.
Poi, tavole piccole e grandi a china e a tempera, opere di pittori e scultori contemporanei capaci di descrivere l'evolversi del gusto e dello stile degli illustratori del testo di Collodi, da Enrico Mazzanti (1883) a Giuseppe Magni (1894 e 1897), dal Carlo Chiostri (1901) a Attilio Mussino (1910-1911 e 1927) e poi Piero Bernardini (1930), Futiqua, fino ai più recenti Pinocchio firmato Disney (1940) e Attilio Cassinelli (1981).
Carlo Lorenzini pubblicò il libro nel 1883, spinto dalle pressioni dello stesso Ferdinando Martini, altro grande personaggio della cultura valdinievolina ed eminente figura della nuova Italia.
Oggi il libro è stato tradotto in 250 lingue e dialetti diversi (compreso il latino). Nel 1940 Walt Disney ne realizzò un fortunato cartoon, al 1972, invece, risale lo sceneggiato di Luigi Comencini con Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto e Gina Lollobrigida in quello della Fatina. Poi, è di qualche anno fa, il film di Roberto Benigni.
Tutto questo - se ce fosse ancora bisogno - è una ulteriore conferma che Pinocchio rimane nel fondo un eroe toscano, e valdinievolino in particolare, con tutta la filosofia tipica della Toscana dell'800.

 

 

 

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