Tutto Montecatini Tutto MontecatiniTutto Montecatini

 

NOVEMBRE 2002

      Cultura
        In tutte le sale è uscito il film: il regista-attore ha ricevuto la cittadinaza onoraria di Pescia
    Il Burattino-Benigni a Collodi

pixel.gif (42 byte)

Luca de Simone

«Venire a Collodi, ragazzi miei, è come per un cristiano andare a Gerusalemme. Voi non potete sapere come mi si allarga il cuore in questo Parco di Pinocchio, che è molto più bello del Paese dei Balocchi». Parole di Roberto Benigni, che per un giorno intero ha accompagnato il Burattino che da sempre vive dentro di lui a conoscere il paese di Collodi, dove Carlo Lorenzini ideò la storia che fa fantasticare tutti i bimbi del mondo.
Per Benigni è stato un giorno di festa e di riconoscimenti in un meritato e caloroso bagno di folla. E' stato accolto al Parco di Pinocchio dai responsabili della Fondazione Collodi (il presidente Vincenzo Cappelletti e il segretario generale Pierfrancesco Bernacchi in testa), dalle autorità di Pescia guidate dal sindaco Roberto Fambrini e da una folla di oltre cinquecento bambini. Poi, la sera, al Teatro Pacini, gli è stata consegnata la cittadinanza onoraria di Pescia (questa la motivazione: "Lei è cittadino del mondo e incarna oggi, a tutti gli effetti la cultura e i valori di una sana italianità, intrisa di quella toscanità che ha reso familiare in ogni dove la lingua di Dante") ed ha assistito insieme al pubblico alla proiezione del film Pinocchio.
L'attore-regista ha ricevuto gli elogi del professor Vincenzo Cappelletti per il suo lavoro: «E' un film bellissimo, ricco di profondità e proprio per questo va visto più volte. Benigni è stato geniale con un paio di tocchi d'originalità, rispetto alla storia originale». Benigni ha spiegato «che non ha voluto stravolgere il libro. Solo che ci sono alcune cose che nel cinema non si possono trasferire, come ad esempio la lumaca che impiega tre ore per muoversi. Facile a scrivere, difficile portarlo sullo schermo. Pinocchio è una fiaba eterna, perchè dentro c'è tutto. C'è il dolore, la morte ma anche la felicità di vivere».
Benigni ha lanciato anche la proposta di proclamare Collodi capitale della fantasia: «Altro che Disneyland. Collodi è la Gerusalemme della libertà, dei sogni. Se non ci fosse stata Collodi forse non ci sarei stato nemmeno io. Perchè mi sono sempre sentito dentro la scintilla di Pinocchio». Il segretario generale della Fondazione, Pier Francesco Bernacchi, gli ha poi presentato vari artisti e scrittori, Guidi, Taccini, Fernandez, Panichi, che gli hanno donato alcune delle loro opere sul Burattino. Una giornata indimenticabile per tutti coloro che l'hanno vissuta, ma soprattutto per lo stesso Benigni.
Carlo Lorenzini pubblicò il libro nel 1883, dopo che il racconto era uscito a puntate due anni prima sul «Giornalino dei bambini» diretto da Ferdinando Martini, altro grande personaggio della cultura valdinievolina.
Oggi il libro è stato tradotto in 250 lingue e dialetti diversi (compreso il latino). Nel 1940 Walt Disney ne realizzò un fortunato cartoon, al 1972, invece, risale lo sceneggiato di Luigi Comencini con Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto e Gina Lollobrigida in quello della Fatina.
L'uscita del film di Benigni sicuramente servirà a rilanciare con Pinocchio anche la voglia di visitare il parco dedicato al burattino a Collodi, che in 50 anni è stato meta di oltre 6 milioni di persone (circa 200 mila all'anno). Contribuirà a far apprezzare ancora di più la preziosa attività della Fondazione nazionale «Carlo Collodi», che ha lo scopo di diffondere la conoscenza di Pinocchio in Italia e nel mondo e del suo autore, Carlo Lorenzini, detto Collodi dal nome del paese dove visse a lungo. Una conferma che Pinocchio rimane nel fondo un eroe toscano, e valdinievolino in particolare, con tutta la filosofia tipica della Toscana dell'800.

 

 

 

Torna al sommario

 

Tutto Montecatini