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NOVEMBRE 2007

      Personaggi
        Al top del successo venne in vacanza a Montecatini. L'attrice è scomparsa a 86 anni
     Deborah Kerr, il relax di una star

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Luca Lubrani

U n'altra stella si aggiunge nel cielo delle star di Hollywood amiche di Montecatini che ci hanno lasciato. Deborah Kerr aveva trascorso una vacanza per relax e cura alle Terme nell'estate del 1961, lo stesso anno di Charles Boyer e William Holden. Fu anche l'anno della memorabile vacanza di mamma Rose Kennedy, che lasciò scritto sul libro d'oro del Grand Hotel "La Pace": «Ho ricevuto la migliore ospitalità. Spero che anche mio figlio Jack (il presidente, ndr) possa venire qui qualche giorno nel prossimo futuro».
Deborah Kerr, quando arriva in vacanza a Montecatini, era una diva di prima grandezza. Lo era diventata da quando, stretta fra le grandi braccia di Burt Lancaster si abbandonò in uno dei baci più sexy e travolgenti della storia del cinema nel film Da qui all'eternità nella famosissima scena sulla spiaggia. A Montecatini l'attrice, ospite del Grand Hotel "La Pace" cercò soprattutto tranquillità e riposo abbinate alle cure termali. Si reca allo stabilimento Tettuccio e predilige il più riservato Regina, dove si fa immortalare in una celebre foto alla fontana dell'airone (nella foto). Promise anche che sarebbe tornata in una successiva vacanza, al pari di tanti colleghi di Hollywood, ma questo non avvenne più.
Deborah Kerr è morta il 18 ottobre 2007 nella contea inglese del Suffolk all'età di 86 anni, e molti dei suoi ultimi passati a combattere contro il morbo di Parkinson. Ebbe due soli matrimoni entrambi lunghissimi, il secondo nel '60 con lo scrittore Peter Viertel che la portò a vivere in Svizzera e per il quale nel '70 lasciò il cinema per fare, nell'85, un'ultima apparizione ne Il giardino indiano. Qui ricopriva il ruolo della vedova di un coloniale britannico che, tornato in patria, rimpiange la vita dell'India, come, del resto, lei aveva sempre rimpianto il bon ton inglese.
Deborah Kerr aveva un cognome scozzese, che qui in Italia è sempre stato pronunciato cher, ed invece a Hollywood pronunciato tutto aperto (caar), come star. «Deborah Kerr: her name rhymes with star!», fu infatti lo slogan inventato dalla Mgm per il lancio del suo primo film sotto contratto con la Major, «The Hucksters» («I trafficanti» 1947), al fianco di Clark Gable. Prima di allora, Deborah Jane Kerr Trimmer, nata il 30 settembre del 1921 a Helensburgh, in Scozia, si era fatta notare al cinema &emdash; talento d'attrice sbocciato fin dall'infanzia &emdash; soprattutto grazie al ruolo di suora in missione in Himalaya in «Narciso nero», firmato dal suo pigmalione Michael Powell.
Formatasi a Bristol, impegnata nei teatri londinesi e di Oxford fin dall'inizio degli anni '40, venne «arruolata» come attrice al servizio delle forze britanniche in Francia, Belgio, Olanda. Debuttò sul grande schermo nel «Maggiore Barbara» da Bernard Shaw, 1941, finché Luis B. Mayer della Mgm non la prende con sé, direzione Hollywood. Quando mette piede negli Studios è già sposata (nel '45 aveva detto sì al pilota della Raf Anthony Bartley) e già al secondo film Mgm resta incinta di Melanie Jane, che nascerà nel '47. Al terzo film, la svolta: la raffinata lady Kerr sotto la regia di Cuckor nel melodrammone «Edoardo mio figlio» interpreta la moglie alcolizzata di Spencer Tracy. E' fatta. Arriva la prima di sei nomination all'Oscar, Oscar mai vinto e ottenuto solo nel '94, alla carriera. L'inizio degli anni Cinquanta sarà costellato dalle sue apparizioni nei costumi drappeggiati di kolossal come «Quo vadis?», «Giulio Cesare».
In «Da qui all'eternità» (Fred Zinneman, 1953) è la moglie adultera che cede alla passione di Burt Lancaster. Altri suoi indimenticati successi: con Yul Brynner in il «Re ed io», «Tè e simpatia» (1956), «L'anima e la carne» (1957), «Notte dell'iguana» (John Huston, 1964).
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