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LUGLIO 2010

      Personaggi
       E' scomparso a Porto Rico e per diversi anni ha vissuto a Montecatini, a cui ha donato un'opera di Mirò
     Carlos Franqui, il grande esule di Cuba

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Luca de Simone

Con Carlos Franqui per qualche anno la storia contemporanea fece tappa a Montecatini, dove il famoso esule cubano visse con la moglie e il figlio.
Carlos Franqui era nato il 4 dicembre del 1921 a Cifuentes, nel centro dell'isola di Cuba. Fin da giovanissimo partecipò alle lotte sindacali e studentesche entrando a far parte del Partido Socialista Popular. Nel 1946 iniziò a dedicarsi al giornalismo ed alla vita letteraria ed artistica della Cuba degli anni Quaranta.
Dopo il Golpe di Batista, all'inizio degli anni Cinquanta, entrò nel movimento "26 luglio", che diede vita alla Rivoluzione del '59. Venne arrestato, torturato e spedito in esilio, prima in Florida e poi in Messico, dove si riunì con Fidel Castro e Che Guevara, prima di tornare in patria a combattere.
Dopo la vittoria, fu alla direzione di Radio Rebelde prima e del quotidiano "Revolucion" dopo, cosa che originò i primi contrasti con Fidel Castro. Poi la rottura definitiva nel 1968, quando Franqui firmò il manifesto contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia.
Carlos Franqui aveva partecipato alla Rivoluzione per cacciare il dittatore Batista e costruire una democrazia. Non voleva creare un altro regime, ma voleva la libertà a Cuba. Nel 1967, organizzò all'Avana "El Salon de Mayo", un'esposizione alla quale parteciparono numerosi artisti internazionali (tra cui Mirò e Calder), che voleva essere una risposta alle correnti pro-sovietiche nella cultura della rivoluzione cubana.
Con la sua straordinaria umanità Franqui fu sempre un ribelle. Amico di Picasso e Jean Paul Sartre, trascorse in Francia e in Italia i primi anni dell'esilio, durante i quali scrisse alcuni libri indispensabili per conoscere la storia dell'ultimo mezzo secolo cubano. Dallo straordinario "Diario della rivoluzione cubana" ad una imprescindibile biografia critica del lider maximo, "Vita, avventure e disastri di un uomo chiamato Castro"».
Nei primi anni '70 si sistemò a Montecatini Terme con la moglie e il figlio Camilo, oggi pittore. Nel 1980 mise in piedi il più grande evento della storia culturale della città: il Maggio-Mirò. Dall'America e dall'Europa arrivarono alle Terme pittori di fama mondiale come Arroyo, Rebeyrolle, Cuevas, Tapies, Pignon, Arp ed altri, che lasciarono le loro opere nel patrimonio della locale Accademia. L'ultima volta è tornato a Montecatini nel 2003.
Alla città di Montecatini ha lasciato una grande opera realizzata appositamente dall'amico fraterno Joan Mirò, Donna avvolta da un volo d'uccello, oggi conservato nella sala consiliare del Comune. Dalla metà degli anni Novanta si era trasferito a Porto Rico, che gli ricordava i colori della sua Cuba, ed è morto il 16 aprile 2010.
«CI SONO dei momenti in cui la Storia, quella con la esse maiuscola, ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo. Accade per tutti i luoghi e per tutte le comunità». E' questo il ricordo di Carlos Franqui, scritto a quattro mani dall'ex sindaco Alberto Lapenna e dall'assessore alla cultura Bruno Ialuna, politici di parti avverse, stavolta uniti dall'amicizia per il prestigioso esule cubano.
«Carlos Franqui &emdash; scrivono &emdash; era un grande amico e un innamorato di Montecatini Terme. Qui arrivò nei primi anni '70. Passeggiava per i viali di Montecatini e veniva al campino dei frati di Sant'Antonio a vedere giocare a calcio il figlio Camilo, oggi pittore. Nel 1980 mise in piedi il più grande evento della storia culturale della città: il Maggio-Mirò. Era felice per la mostra di ricordo del "Maggio Mirò" all'Accademia Scalabrino, e per il libro che era stato scritto sul suo quadro. Quel quadro dipinto dall'amico fraterno Joan Mirò, Donna avvolta da un volo d'uccello, oggi conservato nella sala consiliare del Comune, e arrivato a Montecatini in un modo talmente rocambolesco da sembrare una storia uscita da un film».

 

 

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